Nel 1958, un professore, di nome Aldo Moro, introdusse nella Scuola, l’insegnamento obbligatorio della Educazione Civica.
C’è poco da discutere: ogni cittadino deve sapere come è articolata e come funziona la Repubblica di cui è membro.
Poi, però, l’insegnamento fu soppresso, inopinatamente, dall’anno scolastico 1990/1991. Ripercorrendo la Storia delle tante riforme e riformette della Istruzione, nessuna delle quali appare essere stata di concreta valenza storica, si arriva all’anno scolastico 2020/2021 quando riappare uno strano insegnamento trasversale dell’Educazione Civica affidato, in con-titolarità, ai docenti del consiglio di classe. Non sembra che abbia funzionato un granché. Il risultato pratico è che i “nuovi cittadini”, oggi già anzianotti, sembra che sappiano ben poco dell’Ordinamento dello Stato e, tantomeno, della Costituzione, pur essendo questi temi spessissimo richiamati nell’esasperato e conflittuale dibattito politico.
Ora, però, incombe il caso della “Riforma della Giustizia”, ridenominata “Riforma della Magistratura” dai critici. Di questa Riforma, che è stata proposta da Carlo Nordio, attuale Ministro e già Procuratore aggiunto a Venezia, appare opportuno capirci qualcosa; soprattutto perché tutti quanti, senza distinzione, si è coinvolti.
Val la pena, quindi, fare una sintetica premessa, a beneficio di chi sia ignorante come noi mentre chiediamo perdono agli esperti, sul cosiddetto “Ordinamento dello Stato” che, in parole divulgative, non è altro che conoscere come lo Stato sia organizzato.
Non si tratta di dare consistenza alla diffusa frase “io so come organizzarmi” che significa “saper mettere ordine alle proprie attività”; si tratta di essere consapevoli del tema “Organizzazione” che è una scienza sociale.
Una Organizzazione, in generale, è uno schema reticolare descritto da Ruoli (funzioni e responsabilità che descrivono i nodi del reticolo) e da Relazioni (che descrivono le interrelazioni, i link, fra i nodi). Si definiscono, così, sia le aree di competenza sia la corrispondente “Job Description” che identifica quali attività quel ruolo debba espletare e quali siano le sue proprie responsabilità.
Come abbiamo già tante volte scritto, l’Organizzazione primaria dello Stato Italiano, che è democratico e liberale, si articola in tre Poteri, ciascuno autonomo e indipendente, ciascuno delimitato da un proprio confine.
Questo confine non è una singola linea geometrica ma una fascia di rispetto, una sorta di terra di nessuno e di sovrapposizione, che funge da cuscinetto di interconnessione e dialogo fra i tre Poteri senza, tuttavia, che l’uno interferisca con la autonomia e indipendenza dell’altro.
I tre Poteri sono quello Legislativo (Parlamento), quello Esecutivo (Governo) e il Giudiziario (Magistratura). Il primo, quello Legislativo, ha il ruolo di emanare le leggi. Quindi è il Potere di riferimento perché le leggi valgono per tutti; è un Potere esercitato a titolo assembleare e collegiale. Ovviamente, le leggi emanate non possono che essere riconducibili alla Legge Primaria che ci unisce tutti: la Costituzione. Chi verifica la corretta congruenza costituzionale è un Organo super partes, la Corte Costituzionale. Per inciso, la Costituzione ha, come paternità, i Diritti Fondamentali dell’Uomo. Il secondo Potere, quello Esecutivo, ha il ruolo di eseguire le Leggi emanate dal Legislativo; anch’esso è un potere esercitato in forma assembleare e collegiale. Il Presidente del Consiglio ha il ruolo di indirizzo e coordinamento, in guisa di primus inter partes. Il terzo Potere, quello Giudiziario, ha il ruolo di verificare che il singolo soggetto giuridico rispetti le leggi; è un Potere individuale assegnato al singolo Magistrato. Quindi, mentre i primi due Poteri deliberano “erga omnes”, il Legislativo con le Leggi, l’Esecutivo con i decreti, il terzo, Giudiziale, sentenzia sul singolo cittadino.
Conclusa questa doverosa premessa, inutile per i tanti informati, vediamo come è ordinato, cioè organizzato, quello che ci interessa, in questo caso: il terzo Potere.
Troviamo, così, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) che é l’Organo costituzionale di autogoverno della magistratura (Art. 104 della Costituzione). Esso ha il ruolo di gestione e amministrazione della “forza lavoro”. Cioè adotta provvedimenti di assunzione, assegnazione, promozione e anche di disciplina dei Magistrati. Nel suo ruolo è autonomo e indipendente, in forma assembleare e collegiale.
In sostanza, il titolo di autonomia e indipendenza lo ritroviamo dappertutto in forma assembleare e collegiale eccetto che per ciascun membro (Magistrato) del Terzo Potere dove il titolo è individuale. A questo, si aggiunge la insindacabilità della sentenza.
Cosa è, invece, l’Associazione Nazionale del Magistrati (ANM)? È una libera Associazione, senza rilievo costituzionale i cui membri sono i Magistrati, singolarmente, come detto, terzo Potere dello Stato.
Lo Statuto della ANM, all’Art. 2, descrive lo scopo associativo.
● Dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali.
● Propugnare l’attuazione di un ordinamento giudiziario che realizzi l’organizzazione autonoma della magistratura in conformità delle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico.
● Tutelare gli interessi morali ed economici dei magistrati, il prestigio ed il rispetto della funzione giudiziaria.
● Promuovere il rispetto del principio di parità di genere tra i magistrati in tutte le sedi associative […].
● Dare il contributo della scienza ed esperienza della magistratura nell’elaborazione delle riforme legislative, con particolare riguardo all’Ordinamento Giudiziario.
In sintesi, l’accento è posto sulla salvaguardia del Potere Giudiziario rispetto agli altri Poteri (vedi Costituzione); sulla tutela degli interessi morali, prestigio e rispetto dei singoli Magistrati (necessità di ruolo); sulla eventuale consulenza alla formulazione di leggi e norme (tipico dell’area di confine fra i Poteri).
Ora, si dovrebbero avere le carte in regola per interpretare il trambusto sollevato dalla Riforma della Giustizia proposta dal Ministro Carlo Nordio; in particolare sul tema separazione delle carriere dei Magistrati.
Che dice la Riforma? Essa propone un innovativo ordinamento dell’area “Giustizia”. Cioè, una diversa organizzazione per rendere più efficiente ed efficace il servizio giudiziario offerto al popolo.
Descriviamone in sintesi il contenuto. Si propone di rendere effettiva la separazione dei due settori: quello di indagine (magistrati inquirenti) e quello di giudizio (magistrati giudicanti). Ciascun settore disporrà di un proprio Organo di Autogoverno (CSM/R requirente e CSM/G giudicante), entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica. Il Procuratore Generale di Cassazione è membro di diritto del CSM/R; il Primo Presidente di Cassazione è membro di diritto del CSM/G.
Tutti gli altri membri saranno estratti a sorte.
È previsto un nuovo Organo, detto Alta Corte Disciplinare, composto da 15 membri, con giurisdizione su tutti i Magistrati, anche a garanzia di un trattamento amministrativo uguale per tutti. Quindi, i ruoli non cambiano; le prerogative rimangono inalterate; la autonomia e indipendenza è intatta; la struttura reticolare è più snella e resiliente. Si indeboliscono, però, le influenze delle correnti di indirizzo interne che, di per sé, costituiscono un pericolo per la autonomia e indipendenza dei singoli Magistrati; ne beneficia la efficacia del sistema Giustizia.
Non appare che la Riforma sia in contrasto con la Costituzione e nemmeno con lo Statuto della ANM. Ma, allora, perché la Magistratura è in un tale eccitato stato di fibrillazione che si è accentuato dopo la recente approvazione del disegno di legge, in prima lettura, alla Camera?
Forse sono in discussione le modalità di selezione dei membri, in quota Magistratura, ai due CSM e alla Alta Corte Disciplinare?
Sembra parva materia.
Mistero. Intanto, però, saranno necessarie altre tre letture perché ora toccherà al Senato e, poi, si ripeterà il ciclo Camera/Senato.
In prima lettura il testo è stato approvato con 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti. +Europa e Azione hanno votato con la maggioranza. Italia Viva si è astenuta. Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Movimento 5 Stelle (M5s) e Partito Democratico (Pd) hanno votato contro.
Il refrain si ripete e diventa sempre più scontato e noioso.
Antonio Vox