Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto, per conoscenza, un “ricorso”, presentato alla Sezione Civile della Corte d’Appello di Napoli, dallo Studio legale degli avvocati Giuseppe Mariani e Marco Cornaro, di Bari. Il ricorso è stato promosso da un iscritto nelle liste elettorali di Bari che preferiamo non citare pur essendo notissimo in città ma che ci piace definire “cittadino in cerca di legalità”.
La qual cosa, indipendentemente dai contenuti del ricorso, riscuote immediata simpatia perché, in uno Stato di Diritto, agire, prescindendo dalla legge, non dovrebbe essere, rigorosamente, ammesso soprattutto da chi ricopre posizioni pubbliche.
Ma veniamo al contenuto del ricorso.
Contro chi è stato proposto? Addirittura contro l’ex sindaco di Bari, l’ing. Antonio Decaro, beneficiario di mezzo milione di suffragi nelle recenti elezioni europee.
Che dice il ricorso il cui destinatario è il procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli?
Nelle doverose premesse, leggiamo che, a valle della consultazione europea del 8/9 giugno, l’ufficio elettorale nazionale presso la Corte di Cassazione (con atto del 3.07.2024, pubblicato nella G.U. n. 157 del 6.07.2024) ha diffuso l’elenco dei candidati eletti fra cui compariva Decaro Antonio, della lista del Partito Democratico, con complessivi 500.821 voti, di cui circa 200.000 nella Area metropolitana di Bari.
Non c’è che dire: un risultato strabiliante; il primo, in tutta Italia, per il Partito Democratico! Ci si dovrebbe domandare come abbia fatto l’ex Sindaco a riscuotere un così largo consenso! Potenza del marketing sociale, pur con una campagna elettorale breve e poco itinerante cui si è aggiunto, quasi certamente, un massiccio e inequivocabile ordine di scuderia. Ma questa è altra materia che riguarda il come i Partiti governino e gestiscano i propri elettori che a loro volta si fanno, supinamente, governare e gestire. A Bari, ci sembra che si dica, riferendosi al fenomeno collettivo, “truppe cammellate”.
Allora? Niente di nuovo sotto il sole; fin qui tutto regolare.
Perché, dunque, il ricorso?
Perché, dicono Giuseppe Mariani e Marco Cornero, su istanza del cittadino in cerca di legalità, l’elezione di Decaro Antonio al Parlamento europeo è illegittima e nulla. Ne consegue la decadenza dalla carica.
Dico, ma siamo matti? Con oltre mezzo milioni di elettori che gli hanno dato fiducia? Ma allora il popolo con conta? Certo che conta … ma deve rispettare la legge e, soprattutto, prima, essere adeguatamente informato.
Allora, ai ricorrenti, l’onere della prova!
Ne facciamo, qui, una sintesi esplicativa evitando lo snocciolare di norme, leggi ed eventi che hanno indotto il cittadino in cerca di legalità a presentare il ricorso.
Eccola: Decaro ricopriva il ruolo di Sindaco di Bari, sia al momento della presentazione della propria candidatura europea, sia almeno fino all’ 8.07.2024 (addirittura dopo la celebrazione delle elezioni europee). È ampiamente documentata la sua partecipazione, nel ruolo di Sindaco, alle riunioni del Consiglio Comunale e a quelle della Giunta Comunale celebrate a valle del 8/9 giugno, data del voto europeo. Non solo, fino all’8 luglio 2024, Decaro Antonio ha esercitato il suo ruolo di Sindaco metropolitano, addirittura sottoscrivendo, pur senza più poteri, vari decreti sindacali metropolitani.
Perché senza più poteri? Perché non è lecito ricoprire due ruoli: l’8 luglio Decaro era già membro effettivo, da qualche giorno, del Parlamento europeo.
Intanto, c’è da chiedersi perché Decaro fosse così interessato a partecipare alle riunioni del Consiglio e della Giunta in qualità di Sindaco e perché si sia avventurato nel firmare dei decreti quando i giochi erano già conclusi. Nostalgia? Ci potrebbe anche stare con un po’ di buonismo.
Tutto sommato, però, la sovrapposizione temporale dei ruoli appare limitata: forse, si potrebbe chiudere un occhio.
Ma i sospetti vengono confermati quando si osserva, come dicono gli avvocati citando la legge, che per candidarsi alle europee, Decaro avrebbe dovuto dimettersi ufficialmente dalla sua carica di Sindaco molto prima della data del 8/9 giugno 2024. Il limite massimo avrebbe dovuto essere il 3 gennaio 2024: cioè 180 giorni prima della scadenza del mandato del Parlamento Europeo fissato per la mezzanotte del 2 luglio 2024.
In ogni caso, nel giorno stesso di accettazione della sua candidatura europea, Decaro avrebbe dovuto considerarsi decaduto, in via automatica, dalla carica di Sindaco di Bari e dalla carica di Sindaco della Città metropolitina.
In sostanza, per la legge, se il calendario non è una opinione, l’ex Sindaco più amato d’Italia risultava essere incandidabile e ineleggibile al Parlamento europeo.
Se tutto questo è vero, non si può soffocare la domanda: come mai il PD e la Schlein (attorniata da così ampia e professionale intellighentia), così attenti alla difesa della Costituzione e al rispetto ossessivo di leggi e norme, per buona parte europee, sono stati così disattenti? Erano disinformati? Ne dubitiamo.
E ancora, come mai PD e la Schlein hanno violato uno schema procedurale ben noto finendo per favorire un candidato ineleggibile e, nel contempo, mortificando i diritti di altri candidati con le carte in regola?
Volevano offrire una scappatoia ad un pupillo che annaspava in acque agitate in Puglia?
Per il PD e la Schlein, le leggi che valgono per tutti non valgono per loro?
Se non è questo un grave vulnus alla partecipazione democratica, e alla stessa democrazia, e alla Stato di Diritto, come lo potremmo definire se non arroganza del potere?
Ma queste considerazioni sono il frutto della attenta lettura unilaterale del ricorso che potremmo anche aver travisato, da normali cittadini; e, pertanto, di parte.
L’udienza è fissata per il giorno 24 settembre 2024; vedremo cosa deciderà la Corte d’Appello di Napoli e avremo le idee più chiare.
Antonio Vox
*Presidente “Sistema Paese” – Economia Reale & Società Civile