Abbiamo assistito forse indifferenti, forse incuriositi, forse apatici, ma certamente non irritati né indignati, alla farsa Conte/Grillo e alla sua scontata conclusione.
Sulla scena, due attori che si sono scontrati per la preminenza nel movimento 5S: il fondatore Grillo (con nessunissima intenzione di cedere il passo a chi lui stesso aveva indicato come condottiero) e il miracolato Conte che, già premier, già avvocato del popolo, già incensato dal comico Grillo e dal PD, pensava di ereditare un partito già bello e fatto, a gratis.
Ma perché la gente avrebbe dovuto essere irritata e indignata?
Semplicemente perché la sceneggiata andata in onda ha mostrato quanto questi due personaggi, che appaiono cinici presuntuosi e arroganti perché incuranti dello spettacolo offerto all’opinione pubblica, abbiano in conto il Popolo, il Paese, la Politica afflitti dai disastri della Economia Reale e dalla degenerazione della Società Civile.
A parole, loro, gli attori, sostengono: tanto; nei fatti non gliene frega nulla.
Ma si sa ed è inutile dirlo: tutto è fatto per il “bene del Paese”!
L’anno 2018 (il 4 marzo, 18a legislatura) è l’”annus horribilis” della Repubblica Italiana: il Movimento 5S ha conquistato il Parlamento con il 35,9% dei seggi alla Camera e il 35,5% dei seggi al Senato.
Una banda di neofiti, che si son dovuti vestire, preparare, addestrare con soldi pubblici (tanto che era loro espressamente vietato partecipare a qualunque tipo di incontro pubblico), messi lì a legiferare e governare un Paese come l’Italia.
Ma perché i 5S hanno vinto alla grande?
Potremmo suggerire: per la precedente disastrosa politica; ma non vogliamo azzardare commenti ed opinioni.
Riferiamoci solo ai dati ufficiali che dicono che la 17a legislatura, quella presedente all’attuale, è stata tutta all’insegna del Centro Sinistra con Napolitano/Mattarella, Grasso/Boldrini, Letta/Renzi/Gentiloni e con il gruppo parlamentare Pd composto da 293 seggi su 630 alla Camera e 106 su 319 al Senato.
Numeri buoni per fare il bello e il cattivo tempo!
Per la cronaca, la 17a legislatura è stata quella con l’età media più bassa (48 anni) e con il maggior numero di donne (31%).
Ognuno si faccia le proprie idee.
Ma torniamo alla farsa.
Dopo la presentazione dello Statuto redatto da Conte per un “nuovo 5S”, ecco le inattese esternazioni del comico fondatore Grillo: “Conte, mi dispiace, … non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione…”.
Se questa non è un “tranvata” in pieno viso …
Sull’altro fronte le indignate risposte dell’avvocato del popolo: “Non sarò̀ il prestanome di nessuno”; “Non può̀ esserci una leadership dimezzata”; “Una diarchia non sarebbe funzionale”; “Pretendo le scuse pubbliche di Beppe Grillo”.
Frattura insanabile? Macché, tutto si ricompone per un nuovo corso del Movimento (sembra centrista, moderato, liberale), con buona pace dello spettatore, l’indifferente popolo italiano.
Ma noi siamo affamati di pettegolezzo e vogliamo sapere chi ha vinto.
Così andiamo a leggere lo Statuto (pagina 23, comma A, punto 1): “Il garante è il custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 stelle e in tale spirito esercita con imparzialità̀, indipendenza e autorevolezza le prerogative riconosciute dallo statuto”. E poi (pagina 23, comma A, punto 2): “Il garante ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente statuto”.
Si è capito chi ha vinto?
Una cosa sola emerge evidente: la statura dei vertici della attuale maggior forza parlamentare. Non nasce, forse, qualche ritrosia ad affidare loro il potere legislativo o quello esecutivo in Italia?
Al lettore le conclusioni.
Antonio Vox – Presidente “Sistema Paese, Economia Reale e Società Civile