Oggi si usa spesso dire “Transumanesimo” con accezione negativa. Si pensa, subito, a qualcosa di esoterico che tende a spegnere l’umanità che è in noi per trasformarci in una sorta di cybermen. Ma chi sono questi satanici personaggi che coltivano disumane mire?
Qualche idea l’abbiamo, ma una cosa è certa: questa gente, presumibilmente ricchissima, sta complottando contro di noi.
Intanto, documentiamoci su cosa sia l’Umanesimo che, almeno nella fonetica, sembra il contrario del Transumanesimo. Naturalmente ci rivolgiamo all’Enciclopedia Treccani. Leggiamo che l’Umanesimo è un periodo storico dalla metà del 14° secolo alla fine del 15°: “tale periodo si caratterizza per un più ricco e più consapevole fiorire degli studi sulle lingue e letterature classiche, considerate come strumento di elevazione spirituale per l’uomo, e perciò chiamati, secondo un’espressione ciceroniana, studia humanitatis”.
E ancora, ed è quello che ci interessa: “il termine è usato infine per caratterizzare ogni orientamento che riprenda il senso e i valori affermatisi nella cultura umanistica: dall’amore per gli studi classici e per le humanae litterae alla concezione dell’uomo e della sua ‘dignità’ quale autore della propria storia …”.
Ecco, lo spirito umano, l’uomo fattore di umanesimo e di umanità.
Cosa è, invece, il Transumanesimo? Qui, chiediamo aiuto a Nick Bostrom (filosofo svedese, esperto in Intelligenza Artificiale, professore nella cattedra di filosofia della Oxford University, direttore del Future of Humanity Institute) e al suo “Intensive Seminar on Transhumanism” (celebrato alla Yale University, il 26 June 2003) dove troviamo la definizione di Transumanesimo.
E’ “un movimento culturale, intellettuale e scientifico, che afferma il dovere morale di migliorare le capacità fisiche e cognitive della specie umana e di applicare le nuove tecnologie all’uomo, affinché si possano eliminare aspetti non desiderati e non necessari della condizione umana come la sofferenza, la malattia, l’invecchiamento, e persino, l’essere mortali”.
E’ chiarissimo che il Transumanesimo non può che essere multidisciplinare di high quality (Intelligenza Artificiale, Neurologia, Nanotecnologia, Biotecnologia applicata, Filosofia, Cultura del Sistema e dell’IO) con l’ambizioso obiettivo del miglioramento della qualità e della durata della vita dell’uomo.
Beh. Sembra una buona cosa. Ma allora perché tante perplessità?
La risposta appare semplice: d’accordo sul miglioramento fisico ma quando dibattiamo sul miglioramento mentale, spirituale, ed emotivo che caratterizza l’Umanesimo, allora il terreno diventa scivoloso e infido.
Ma, ecco che ci risiamo. Si riaffacciano prepotenti Morale e Etica.
La prima, la Morale, possiamo sintetizzarla come sistema dei valori; la seconda, l’Etica, come l’insieme dei comportamenti che traggono origine dal sistema valoriale. Senza Morale non si può giudicare sulla bontà dei comportamenti. Senza Morale si perde l’orientamento di vita. Non a caso Religioni e Chiese, Mafie, Massonerie, Partiti, Enti organizzati etc la prima cosa che fanno è fornire al proprio membro un “sistema valoriale”.
Secondo Bostrom, un “transumano” sarebbe un essere umano in fase di transizione verso la qualifica di “postumano” (che significa un essere, semi o tutto, cyber) con capacità fisiche, intellettuali e psicologiche “migliori” rispetto ad un “umano normale” come, ad esempio, l’aspettativa di vita superiore ai 500 anni, le capacità cognitive raddoppiate, un sofisticato controllo dei sensi e dei sensori, il pieno controllo emozionale, un corpo costruito e ricostruito alla perfezione, addirittura capace di clonarsi.
Un transumano è la integrazione scientifica di un essere umano con la tecnologia, a tasso variabile, fino al 100%, tutto cyberman (automa/robot). Sappiamo che l’uomo è tecnologico, nel senso che sempre ha inventato prodotti, strumenti e macchine a supporto della propria attività. Ha cominciato con la ruota e il fuoco e da allora non si è più fermato: è la consapevolezza della natura e l’intelligenza creativa la sua arma competitiva. Ciò gli ha consentito di costruire il progresso cui tutti assistiamo. Possiamo perfino dire che l’uomo è tecnologico fino a progettare ed usare “protesi fisiche”.
L’uomo, tuttavia, ha sempre salvaguardato l’umanesimo. Ma qui, nel transumanesimo, non si tratta di “usare la tecnologia per propri benefici”; si tratta di “ospitare in sé una macchina dalla vita intelligente e artificiale che controlla l’ospite”. Perbacco, non significa questo essere indemoniati? Non ci si impegnò, per liberare dal demonio, nell’esorcismo liturgico e nella pratica esorcista? Se il lato fisico del transumanesimo potrebbe essere accettato, non lo è certamente quello mentale, spirituale ed emotivo.
Qui è il vulnus del transumanesimo; qui ci si capacita del perché sia interessata la filosofia. Essa, infatti, aspira a “sistemare” il nuovo paradigma, nella affannosa ricerca di ipotetiche profonde radici del pensiero transumano in antiche filosofie quali quelle di Zarathustra che collocava il male nel corpo fisico o in quelle della scuola greco orientale che denunciava la imperfezione del mondo rispetto alla purezza dei cieli.
I nazisti non facevano forse lo stesso dedicando ampie risorse nel ricercare un fondamento primitivo e storico che qualificasse le loro tesi di “suprematismo”? Non rileggiamo qui l’apostolato delle religioni che promettono un mondo migliore?
Il filosofo Emanuele Franz (“Le origini del transumanesimo. Da Zoroastro a Davos”) denuncia tutto ciò a chiare lettere e senza timore. La pandemia, questa disgraziata avventura umana, con i suoi lock down, smart working, didattica online, idee di “meta verso” in cerca di un “mondo migliore” e di “fuga dalla realtà”; con l’esplosione dei social e delle chat, delle call … ha mostrato come possa esistere un percorso più agevole ed efficace per giungere al “controllo globale della popolazione” e per trasformare l’Umanità in un gregge obbediente al cane pastore di turno.
Il tutto coltivato in una sorta di democrazia dal doppio volto: da un lato, esaltata come garanzia di progresso; dall’altro mortificata, ignorata e umiliata, tanto che l’astensionismo politico ha raggiunto il 50% e procede spedito in aumento. Infatti, Franz cita, come sintomi di un preciso progetto del “Global State Institution” (un sovrastato globale), addirittura, finanziamenti, bandi di concorso, direttive ministeriali, progetti che incitano alla transizione ecologica, digitale, ambientale.
Obiettivo è spersonalizzare la vita, indurre odio per l’imperfezione del proprio corpo, anelarne la sostituzione con una tecnologia da superman, diventare tutti uguali e potenti, cancellare le differenziazioni, essere omologati per un unico mercato globale. Tutti uguali, tutti omologati, tutti prodotti in fotocopia, tutti controllabili.
Infatti, un cyberman è facilmente controllabile da chi ha l’accesso ai pulsanti e alle password. Inoltre, bisogna non dimenticarsi del pericolo della forza della parola, fattore trainante del marketing sociale e subliminale: il prefisso “trans” è ormai usato dappertutto e penetra agevolmente nei cervelli inquinando il pensiero critico.
Come ci si difende da questo furto di umanesimo, progettato con una sofisticazione incredibile? C’è un solo modo vincente: affermare saldamente l’Identità, pretendere la Libertà, non rinunciare alla Centralità della Persona e alla Dignità. In questa trinità saremo inespugnabili.
Antonio Vox