Il ventre molle del popolo

Due tematiche sono generalmente prese sottogamba: l’Organizzazione e il Marketing. Sembra che quasi tutti ne siano esperti, e ne vanno fieri. Eppure, esse sono entrambe da considerarsi “scienze” perché hanno raggiunto altissimi livelli di sofisticazione teorica e hanno necessità di essere studiate e maturate con estrema professionalità scientifica.

La prima, l’Organizzazione, è un “vestito su misura” in funzione delle competenze disponibili e degli obiettivi prefissati.

La seconda, il Marketing, è una “metodologia di ipnosi di massa” per creare un bisogno e non può che basarsi sulle caratteristiche “permeabili” del target perché il virus del messaggio marketing non trovi difese alla penetrazione: essa, infatti, sfrutta il “ventre molle” ed agisce come un “lavaggio del cervello”.

Entrambe sono scienze “multidisciplinari”.

Entrambe hanno bisogno di focalizzazione, “polso fermo” e “tenacia”, in qualunque contesto siano usate.

Entrambe sono state sempre usate; ma è in questa era di globalizzazione della informazione che esse assumono grandissimo rilievo e, addirittura, “pericolosità” per i popoli se asservite ad obiettivi non orientate ad un oggettivo “bene della società”.

Organizzazione e Marketing sono figlie della Strategia e del Disegno.

Cosa è la Strategia? È la programmazione di un percorso costellato da iniziative integrate, sinergiche e fattibili, collocate in precisa successione temporale, per realizzare un consapevole Disegno. Ne consegue che, senza Disegno, non ha senso la Strategia; senza la Strategia non ha senso l’Organizzazione né il Marketing.

Si parte dal Disegno e, quando è inconfessabile, è necessario risalire ad esso, per capire dove si vuol andare a parare: basta osservare i risultati della struttura organizzativa e delle iniziative di marketing.

Difficile questa premessa? Troppo filosofica?  Purtroppo, c’è bisogno di attenzione visto che non siamo più abituati a soffermarci a pensare, ingolfati come siamo da una caterva di informazioni propinate con slogan e titoloni accattivanti.

Facciamoci una domanda: quante persone servono per attuare uno schema disegno-strategia-organizzazione-marketing?

La risposta è sorprendente: poche decine; tanto, la cassa di risonanza della “massa popolare” fa il resto.

Ora, applichiamo quanto è stato descritto all’evento Euro Festival (Song Contest 2022), dal palco del Pala Olimpico di Torino. Ha vinto, o meglio, ha addirittura trionfato, la Ucraina con la Kalush Orchestra sul e con il brano “Stefania”.

Come è possibile che un brano, musicalmente di poco conto e di bassa qualità, abbia sbaragliato, nella competizione canora, una concorrenza molto più qualificata?

Con il martellamento dei mass media, dei social e della tv (oggi gli strumenti principi della comunicazione), senza dubbio, la causa è da ricercare nella pressione sugli archetipi dell’incosciente collettivo (il già citato “ventre molle del popolo”) che ha permesso questo straordinario risultato, sfuggendo ad ogni criterio di qualità e di merito, in una sorta di lobotomizzazione di massa.

Non sfugge che, all’origine di tale fenomeno ci sia qualcosa di simile all’isterismo e all’ipnosi collettiva che venivano innescati nelle folle dai dittatori carismatici del XX secolo i quali erano capaci di solleticare il “ventre molle”; l’emozionalità profonda, che vince su tutto ciò che è competenza, ragione, arte. 

Il fisico quantistico Erwin Schrodinger sosteneva che la “coscienza e la consapevolezza” non è mai sentita al plurale, ma soltanto al singolare.

Ciò che si sente, invece, al plurale costituisce l’incosciente collettivo che rappresenta una gravitazione dei nostri comportamenti quotidiani; una sorta di vita vegetativa della società, alla quale deve opporsi la vita nervosa, la coscienza singola, lo spirito critico e la volontà degli individui.

Quindi, per gestire una massa popolare, basta inoculare il virus in questa sorta di vita vegetativa, attraverso il tessuto molle popolare, dove le difese immunitarie, quelle dettate dalla coscienza singola, dallo spirito critico e dalla volontà, siano assenti. In questo modo, si inocula un nemico, invisibile e più insidioso, che viene, addirittura, viene percepito come amico.

Il gioco del plagio è fatto: diceva Johann Wolfgang von Goethe che “nessuno è più schiavo di colui che è prigioniero senza saperlo”. 

Introdotto il virus, le reazioni popolari sono automatiche.

Ma cosa è questo virus della vita vegetativa che rende molle e penetrabile il ventre?

Non è qui possibile fare una dotta dissertazione. Tuttavia, possiamo schematizzare la questione nell’indicare, come virus, fattori legati alla propria sicurezza, alla propria salute, all’ansia per il proprio benessere.

Da ciò discende un generico senso di appartenenza di massa (siamo tutti ucraini!) e un senso di solidarietà (sentimento squisitamente umano che nulla ha a che fare con la politica!). Quest’ultimo è ipocrita ed equivoco perché si soffoca, nella individualità, quando accade qualcosa sulla nostra via che, deliberatamente, ignoriamo per paura di essere coinvolti; ma si scatena quando ascoltiamo l’appello di Zelensky su Telegram (“Europa, vota la Kalush Orchestra”!), un guitto che appare sui nostri media con frequenza quotidiana a guisa dell’indimenticabile Giuseppe conte. 

Ecco come funzione il marketing: sensibilizzare il ventre molle e inoculare il virus adatto: l’effetto di plagio è immediato.

Quale difesa è possibile opporre? Il suggerimento non può che essere: tenersi svegli, critici e coraggiosi; pensare che “troppa informazione unilaterale” storpia; osservare i dettagli insignificanti che sono, poi numerosissimi. Dallo spessore dell’evento, ci possiamo accorgere se ci sia in atto un tentativo di plagio popolare.

Dall’evento Song Contest 2022, deduciamo che la penetrazione è molto profonda.

Ci tocca far implodere Matrix!

Antonio Vox – Presidente “Sistema Paese” – Economia Reale & Società Civile

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Antonio Vox marketing

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