- Antonio Vox
- 19/01/2022
- Editoriale
L’ANSA riferisce che L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il report settimanale sull’andamento della pandemia Covid in Italia.
Cosa dice il report?
Soffermiamoci su alcuni dati essenziali.
Il ciclo vaccinale, compiuto con tre dosi, protegge dal contagio per il 68,8%; ma per il 98% da sintomi gravi.
Notiamo che il 68,8% non è una percentuale alta.
Ma il report dell’ISS recita, con più precisione: “la protezione è pari al 71% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale …, al 57% tra i 91 e i 120 giorni mentre scende al 34% oltre i 120 giorni dal vaccino … “.
In altre parole, si può forse concludere che, verso la fine del trimestre (3 mesi!) dalla conclusione del ciclo, la probabilità per un vaccinato a tre dosi è del 50%? Crediamo proprio di si.
Non è forse questa la probabilità del testa/croce per il lancio di una monetina?
Dopo i tre mesi è una roulette russa sempre più marcata.
Cade, quindi, la favoletta del vaccino come arma per evitare il contagio.
Questa informazione, arrivata formalmente soltanto oggi, in maniera esaustiva, per un vaccino che il “main stream” sostiene non essere sperimentale, non rende un po’ ridicoli, oserei dire demenziali, i decreti-legge per la lotta alla pandemia che insistono nel privare delle libertà un intero popolo?
Vorremmo tanto conoscere gli scienziati (?) che partoriscono questi decreti!
Fra un 49enne ed un 50enne c’è una differenza di € 100,00.
Siamo alle comiche!
Visto che il vaccino, sul fronte del contagio, serve statisticamente poco, allora, per evitare il contagio, guarda caso, ci si rifugia nello strumento per eccellenza, quella della vecchia igiene: la mascherina.
Allora il professor Pregliasco ci dà la lezione, che avrebbe dovuto essere diffusa ben 2 anni fa, su come usare la mascherina e quale mascherina usare (ovviamente luna adatta; la PFF2).
Questo dispositivo di protezione individuale, come abbiamo già scritto appunto due anni fa, è l’unico strumento per evitare o ridurre la diffusione del virus.
Ma due anni fa, invece di promuovere insistentemente l’utilizzo corretto della mascherina, quella ovviamente adeguata, si è distribuita agli operatori sanitari, prodotti fasulli e inutili, con gli effetti che tutti conosciamo, con i morti che tutti sappiamo, oggi usati per dimostrare “scientificamente” la validità dei decreti anti-pandemici.
Ci sarebbe da chiederci come, con un manipolo di tecnici (quelli del CTS), altamente professionali, si sia potuto operare in maniera così spudorata.
Qualche dubbio può essere più che legittimo; sorvoliamo per buona pace.
Fra questi, però, quello più insistente e profondo è: il governo e il CTS erano a conoscenza della bassissima difesa al contagio offerta dal vaccino? O sono stati presi alla sprovvista e di sorpresa?
Sembra che, per quanto si vede nel giro mondiale, questa notizia non era disponibile.
Ci sembra il caso che la Magistratura inquirente si attivi.
Quindi la necessaria virata per non buttare a mare tutto quello che è stato ordinato con i decreti.
Dal punto di vista tecnico: mascherine e lezioni d’uso;
dal punto di vista della comunicazione: il ciclo vaccinale difende da sintomi gravi.
Ecco che il report citato riferisce:
“… è elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi gravi: 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo entro 4 mesi e 89% nei vaccinati che hanno effettuato la seconda dose dopo 120 giorni “.
Almeno ci si salva, con i vaccini, dai casi gravi.
Tuttavia, è necessario paragonare queste probabilità con quanto ha riferito Draghi nella sua conferenza stampa: il 70% delle terapie intensive è occupato da non vaccinati; il 30% da vaccinati … ma con patologie pregresse.
Abbiamo la sensazione che non ci sia coerenza: il 30% è una percentuale altissima.
Ma, intanto, su fronte dei decreti anti-pandemia e della loro applicazione, giunge dal Pronto Soccorso di Sassari una notizia vergognosa: donna incinta respinta al Pronto Soccorso perché senza tampone molecolare.
È successo, addirittura, al Pronto Soccorso di Sassari ed è su tutti i media:
“una donna incinta è stata respinta al pronto soccorso perché priva di tampone molecolare e ha perso il bambino nei parcheggi dell’ospedale per un aborto spontaneo”; benché, si badi, come ha riferito Adnkronos che ha intervistato il marito, la donna era munita di Green Pass, a due dosi e che le era in attesa della terza. Essendo un sabato, la ragazza non avevano avuto modo di fare il tampone vista anche l’urgenza di raggiungere il Pronto Soccorso.
Risultato: respinta, con tachipirina per i dolori. Arrivederci a lunedì.
Subito dopo la tragedia: dolori lancinanti, perdite forti, aborto.
Sanità malata ovvero burocrazia demenziale con dissolvimento della intelligenza professionale, sociale, civile e umana?
Ovviamente, poi, l’asettico zuccherino post moertem di un nuovo piccolo italiano, in una nota della direzione dell’ospedale:
“La direzione strategica ha richiesto alle strutture aziendali di riferimento l’avvio di un audit interno con tutti i soggetti interessati perché si possa fare chiarezza su quanto sia effettivamente avvenuto. Siamo dispiaciuti per quanto accaduto alla signora “.
Visto come siamo bravi e solleciti?
Perché allora invocate le nostre dimissioni per lasciare il posto a gente più capace?
Dopotutto abbiamo vinto un concorso …. oppure no?
Antonio Vox, Presidente “Sistema Paese – Economia Reale & Società Civile”FacebookEmailWhatsAppSMSCondividi