“SISTEMA PAESE”, Economia Reale & Società Civile
- Perché avete costituito una Associazione Politica?
Abbiamo costituito una Associazione politica perché non
ci riconosciamo nei Partiti Politici tradizionali, i quali
appaiono, oggettivamente, in stato confusionale; sono
incapaci di definire quale debba essere il futuro del
Paese che, intanto, versa in uno stato civile e politico,
economico e sociale, etico e morale, altamente
degenerato senza che si possa immaginare un percorso
d’uscita dalla caduta a vite. - Come mai i Partiti Politici sono in questo stato
confusionale?
Perché sono, a diversi livelli d’intensità, in crisi
d’identità.
Quando una persona non sa chi sia, allora vaga senza
meta, ondivaga.
È ciò che accade a tutti i Partiti, in primis il PD e i 5S
che sono indaffarati, affannosamente, nella ricerca della
propria identità. Il primo, il PD, non riesce a ricollocarsi
politicamente sin dai tempi della caduta del muro di
Berlino; il secondo, i 5S, dopo aver assaggiato il miele
del potere, si illude di trasformarsi da forza
“antisistema” a forza “liberale e moderata”, senza
sapere, peraltro, cosa significhi.
Quando manca la prospettiva politica, ci si rifugia nella
burocrazia del metodo. Questo è quello che sta
succedendo in Italia governata da forze politiche che
non rappresentano più il Paese. È sintomatico che il
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popolo debba pagare il travaglio esistenziale delle forze
che lo governano: dovrebbe, al più, pagare loro lo
psichiatra. - Come mai i Partiti sono in crisi d’identità?
Perché le ideologie di riferimento, costruite dall’uomo
nei secoli ‘800 e ‘900, funzionali a particolari momenti
storici, sono ormai obsolete.
Non sono più adatte a interpretare la società civile che
oggi è globalizzata pur essendo identitaria; sono del
tutto incapaci, pur semplicemente, ad immaginare un
modello di Società che ha accelerato le proprie
dinamiche; sono arroccate a livelli culturali non
all’altezza dell’odierno sistema umano che è complesso
e integrato.
Infatti, in crisi sono tutte le espressioni sociopolitiche:
dai partiti ai sindacati, dal modello sociale alle strutture
organizzative, dall’etica alla morale. - Quindi? Come si interrompe questo tragico
avvitamento?
Il primo passo, che è poi il punto qualificante, è che
bisogna partire dal prendere atto e acquisire la
consapevolezza che le suddette ideologie sono obsolete
evitando di rimanere ancorati ad un passato che non c’è
più.
Il permanere delle vecchie e obsolete impostazioni non
fa che alimentare pretestuosi e inutili conflitti su temi
che hanno perduto ogni validità pratica e che,
addirittura, non hanno più diritto di cittadinanza. Tutto
diventa fumoso e caotico e, nel caos, vige solo il
sentimento dell’astio e la ricerca del potere.
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Questo ineludibile primo passo fornisce la spinta verso
una “terza via” capace di disegnare il Paese per l’oggi
e per le generazioni future. - Come si fa a trovare questa fantomatica “terza via”?
Cancellate le ideologie classificate convenzionalmente di
destra e di sinistra; considerato che il centro è privo
d’ideologie politiche ma è governato dal teorema dei
“due forni” origine della “cultura del compromesso”;
allora, per recuperare una idealità, bisogna ritornare
alle origini dell’uomo.
L’uomo è caratterizzato, sin dalla nascita, in ogni tempo
e in ogni luogo, da tre principi: Identità, Libertà,
Centralità della Persona (Dignità).
Questi tre principi sono gli assiomi di ogni iniziativa di
governo della Società Civile: sono i paradigmi con cui
classificare la qualità delle politiche e dei programmi. - Facciamo un esempio?
Quando almeno due persone si incontrano nasce una
comunità di persone.
Ogni comunità ha bisogno di “regole di convivenza” e,
quindi, di un legislatore e di un tutore.
Se tali regole debbono regolare una comunità di
persone, allora non possono che “rispettare la persona”.
Il “rispetto della persona” significa applicare i tre
assiomi che, insieme, costituiscono le sfaccettature del
sistema che rappresenta la Società Civile.
Insieme, i tre paradigmi, costruiscono l’Equilibrio del
Sistema Paese: la Società Civile è un sistema
complesso, integrato, sinergico dove il “battito d’ala di
una farfalla a Oriente potrebbe generare un urgano ad
Occidente”.
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la Politica deve modellare il futuro di questo sistema e
gestirne il presente, garantendo, con occhi attento,
l’Equilibrio per evitare che forze disgregatrici, non
equilibrate, conducano al terremoto degenerativo che,
oggi, osserviamo.
Gestire un sistema complesso appare non essere alla
portata di politici “vecchio stile”. - Come si fa, da qui, a procedere verso una adeguata
pianificazione politica?
Cambiare i paradigmi: significa cambiare i punti di
riferimento, il punto di vista. È una rivoluzione culturale,
come quella copernicana, dove il semplice, e allo stesso
tempo difficile, cambio di visuale, dal geocentrismo
all’eliocentrismo, ha significato una revisione profonda
di carattere sociale, strutturale, economico, religioso
che ha coinvolto tutti i fattori della comunità; dall’arte
alla scienza, dal feudalesimo alla democrazia,
dall’oscurantismo al rinascimento.
E’, infatti, prima che una battaglia politica, un
rinnovamento culturale. - È possibile fare un esempio pratico?
Come cambiamento paradigmatico, facciamo l’esempio
del “lavoro” che è la dichiarata priorità per ogni politico
e per ogni partito, la pietra miliare da cui partire.
Domandiamoci: si è fatto qualche passo avanti?
La risposta è una sola: NO.
Come mai? Ve l’immaginate lo Stato, tutto norme e
burocrazia, a gestire una PMI? Impossibile!
Eppure, lo Stato dovrebbe sapere che il 93% del tessuto
produttivo del Paese è costituito da PMI. Che senso,
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allora, ha il martoriare le PMI e colpevolizzarle come
evasori seriali?
Lo Stato, per creare lavoro, ha tre possibilità: la prima
è assumere, il che poi significa aumentare i costi a spese
della economia reale (un cane che si morde la coda); la
seconda è costituire “large enterprises” investendo lì
dove il privato non può. Il che significa incrementare lo
spessore del settore “di mezzo” ma anche avere una
progettualità per il Paese; la terza è promuovere lavori
pubblici che hanno come corollario la TEMPORANEITA’
della occupazione. Infatti, finiti i lavori rimane sempre il
problema.
Allora? È necessario cambiare i punti di riferimento,
capovolgendo il punto di vita.
Il lavoro non è la pietra miliare di partenza ma quella di
arrivo. In sostanza, per creare lavoro è necessario
generare le condizioni favorevoli agli investimenti
privati. Si apre così un panorama del tutto nuovo e si
comincia a capire cosa sia necessario fare come potere
legislativo.
Non si parlerà più di “creare lavoro” ma come creare le
condizioni favorevoli agli investimenti privati. - Come si chiama la vostra Associazione?
Si chiama “SISTEMA PAESE”. Sistema, perché si vuole
traguardare la Società Civile come un “sistema
complesso, integrato e sinergico”; Paese, perché si vuol
fare riferimento alla “Identità” come principale fattore
di sviluppo. Per fare un esempio, la Germania è un
sistema economico sociale ben diverso dall’Italia, e
l’uno non può mescolarsi con l’altro: i fattori di sviluppo
non possono che essere diversi; è necessario quindi
tenerne conto quando si progettano modelli di sviluppo.
Sistema Paese – 28 marzo 2021 6 - Come opera “Sistema Paese”?
La Associazione opera in conformità della propria
Costituzione della quale la prima parte (Manifesto dei
Principi) descrive i paradigmi essenziali, i tre citati
principi; la seconda parte (Statuto) descrive la struttura
organizzativa e le regole del funzionamento ben
collegate al Manifesto dei Principi.
Lo Statuto, infatti, è diretta applicazione dei principi
citati.
Il Disegno Politico per il Paese è demandato al
Parlamento della Associazione (detto Consiglio
Nazionale), organizzato in Think Tank tematici cui
partecipano propositivamente tutti gli iscritti ma anche
expertises esterne. Le proposte dei Think Tank, quando
accolte dal Consiglio e integrate fra loro, diventano la
proposta politica della Associazione. - Ma, allora, vi proponete come forza di governo?
Certo, a che servirebbe un Disegno per il Paese se non
fosse destinato ad essere realizzato? Ma, sappiamo fare
anche Opposizione. - In che senso sapete fare Opposizione
L’Opposizione la pensiamo come critica costruttiva alle idee
e alle iniziative del governo, evidenziando eventuali
infattibilità e dimostrando l’erroneità del punto di vista
adottato. Giammai come critica alle persone.
Inoltre, vogliamo combattere fake news o pervasive
comunicazioni che impediscono al popolo di “vederci chiaro”.
Molto spesso certe comunicazioni, assunte senza risparmio
dai “media dell’agglomerato”, propongono slogan
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