La carriera politica, si sa, alletta molti. E tutti pensano di utilizzare il primo passo per poter fare agevolmente il secondo: “provo a fare l’assessore in modo da fare poi il sindaco; da sindaco sarà più facile essere eletto deputato per poi fare il ministro” e così via. Dei risultati che, facendo di questi “lavori”, si potranno ottenere per la popolazione che vota, non si parla, né ci si preoccupa granchè; tanto la gente vota in base alla simpatia e si vince in base alla fortuna e alla telegenicità.
Questi concetti fanno a botte con quello di democrazia nella quale non v’è posto per i carrierismi nelle Istituzioni: se meriti e la gente condivide le tue idee e programmi ti vota; punto e basta; e per fare questo tutti i candidati sono uguali e tali devono essere nelle competizioni elettorali. Piaccia o non piaccia questa dovrebbe essere la democrazia e questo è nelle regole (meglio dette leggi) che regolano le elezioni e il corretto funzionamento delle Istituzioni. Nel concreto non è così da molto tempo e quindi i politicanti se ne sono dimenticati e hanno dimenticato anche che la legge non consente di utilizzare la propria carica per vincere le prossime elezioni.
Accade però che un cittadino che invece crede nella democrazia, certo Donato Cippone, correttamente consigliato dai suoi legali si è accorto che, se sei sindaco, non puoi candidarti alle elezioni politiche nazionali o europee se non ti dimetti da sindaco sei mesi prima, se no è elevato il rischio che la gente ti voti non perché hai una idea condivisa ma perché ha un interesse (una strada da asfaltare, una concessione da ottenere,…) immediato a votarti; cosa che distorce la vita amministrativa del comune ove sei sindaco e distorce la futura conduzione della Istituzione ove sei vittorioso. Quindi alcuni sindaci e alcuni presidenti di giunte regionali non dovevano candidarsi alle elezioni europee.
Ha preso carta e penna, ha adito le competenti vie giudiziarie e adesso sentiremo cosa ne pensa la Cassazione e la Corte Costituzionale.
La cosa non ha scaldato i cuori di nessuno degli occupanti dei Palazzi in quanto, come detto, tutti i politicanti brigano per la carriera politica, e quindi per tutti loro tutto va bene così com’è fino a che qualcuno nei palazzoni della politica romana non ha pensato che forse era opportuno evitare che si sollevino queste questioni e quindi alle prossime regionali se vuoi fare il consigliere con il relativo stipendio devi dimetterti da sindaco e quindi far partire la macchina per le prossime elezioni anche comunali. Apriti cielo. Canizie di ogni tipo si sono svegliate in difesa dei sindaci offesi nel loro più intimo amor proprio anche perché è possibile che le elezioni regionali non vadano come desiderato dai sindaci e quindi è concreta la possibilità di trovarsi senza né lo stipendio di consigliere regionale, né quello di sindaco. Terrore generale in questi carrieristi, contro il quale rimane quell’altro schieramento contrapposto dei consiglieri regionali in carica che vedono nelle fauci affamate dei sindaci delle serie minacce al proprio scranno e stipendio. Due interessi personali contrapposti che fanno strame dell’interesse collettivo assolutamente ignorato.
Certo, dovrebbe pur esserci un giudice da qualche parte che dica e ricordi che all’articolo uno della nostra Carta Costituzionale esiste ben chiara la parola democrazia e la parola Repubblica che mal si sposano con la prassi che si chiama “casta” o “carriera” politica. Quindi c’è da ben sperare.
Se mai vedremo quel cittadino spuntarla potremo dire con certezza che non tutto è perduto e che forse in un lontano futuro torneremo a qualcosa di maggiormente democratico dove gli interessi più grandi -dei pochi- dovranno cedere il passo agli interessi di tutti; e dove la cultura politica potrà prevalere sugli equilibri delle forze e degli interessi venali. Certamente è una chimera ma sappiamo che libertà e democrazia non sono dei sopramobili che una volta acquistati rimangono lì imperterriti ad attendere di essere ammirati da qualcuno, ma sono delle conquiste che si perfezionano ogni giorno e sono talmente evanescenti che vanno preservate in ogni momento.
Canio Trione