Spiritualismo e nobili ideali

Se si è cattolici e si crede fermamente che tutti i figli di Dio si amino in piena fratellanza e siano disposti a comportarsi sempre come il buon Samaritano e si è portati per il “dono della fede” a dimenticare facilmente le stragi delle Crociate, i genocidi nelle Americhe (settentrionale, centrale e meridionale), le “inquisizioni” con le relative condanne, gli interessi dello IOR nell’industria delle armi dispensatrici di morte… se per effetto della scia “idealistica” dell’universalismo ugualitario degli individui rappresentata, emblematicamente, dalla “bandiera rossa” si avverte vicinanza anche all’utopia marxista, apprezzando i pretesi benefici effetti di una pareggiatrice lotta di classe e si è portati dimenticare il sangue fatto versare dai bolscevichi ai dissenzienti, i gulag, le foibe e tutti i crimini commessi nell’Unione Sovietica e dintorni… se queste due condizioni si verificano si è “catto-comunisti”.

Se, invece del cattolicesimo si ammira fortemente l’autorità che una tale religione è riuscita a conferire al suo Papa, dichiarandone addirittura l’infallibilità oltre alla rappresentanza di Dio sul pianeta e si è portati a dimenticare i crimini dei Borgia, il falò di Campo de’ Fiori a Roma, i tanti patiboli dei Papa-Re in altre piazze della medesima caput mundi… se sempre per effetto della scia idealistica dell’autoritarismo più assolutista, rappresentata da bandiere nere con teschi o coltelli stretti tra i denti si avverte la vicinanza all’utopia nazi-fascista circa la necessità di avere un duce o un fuhrer che guidi e conduca il popolo a un’asserita salvezza e si è disposti a dimenticare i lager e i campi di sterminio teutonici, i delitti politici, i confini e le purghe di olio di ricino ordinate da gerarchi in orbace e le distruzioni e le morti provocate dai due condottieri” nella seconda guerra mondiale; …se queste due condizioni si verificano si è “clerico-fascisti”.

Ovviamente non è vero che “tertium non datur”. Se si è cattolici e non si vuole rinunciare a essere a volte filo-comunista e a volte filo-fascista o l’uno e l’altro insieme ci si dichiara solo “catto-clericali” o, con un chiaro ma non riconosciuto ossimoro, “cattolici-liberali”.
Tutte le condizioni sopra enunciate consentono ai partecipi delle situazioni connesse alle condizioni suddette di dichiarare “al colto e all’inclita” che la loro vita è dedicata al perseguimento di nobili ideali ed è intrisa di forte “spiritualità” (senza l’obbligo di precisare che cosa veramente significhi tale termine) ed è improntata alla fratellanza, sia che si tratti di compagni, camerati, simil-chierici o cattolici-liberali.

Esse autorizzano, pure, tacitamente (è ovvio), a pronunciare formule ingiuriose di sicuro effetto e a dirle con una sufficiente dose di disprezzo.
Gli epiteti più infamanti, taluni comuni, altri propri dell’una o dell’altra condizione di cattolica osservanza, sono: ateo, miscredente, materialista, consumista, cinico, opportunista, realista, pragmatista, sovranista, neoliberista…
Sono queste le ingiurie che i catto-comunisti, i clerico-fascisti e i cattolici, puri e solo clericali, i cattolici liberali rivolgono a chi si dichiara solo “razionalista”, seguace della logica, tanto desideroso di libertà quanto consapevole della necessità di rispettare quella altrui, convinto che solo un benessere ragionevolmente diffuso e non circoscritto a pochi consentirà quella pace che l’amico Pileggi considera uno ”ius”.

Avvertenza: I catto-comunisti, i clerico-fascisti, i cattolici puri o sedicenti, con chiaro ossimoro, “liberali” sono gli unici che ottengono, rebus sic stantibus, il plauso quantitativo di “discrete” masse, siano essi a favore o contro i governanti del momento.
I “razionalisti senza compromessi” che siano anche atei dichiarati, antifascisti convinti, anti comunisti veri e consapevoli della contraddizione insita nell’essere liberali e cattolici sono condannati alla solitudine e alla consapevolezza che se non cambia la mentalità (dualistica, religiosa e filosofica) che ha forgiato la cosiddetta “civiltà Occidentale” non c’è speranza alcuna di migliorare le cose. Pessimismo? Sì ma non cosmico; solo Occidentale, Solitudine? Sì: non beata ma neppure beota!

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