Sono trascorsi 2 anni dal 22 Ottobre 2022, quando si insediò il Governo Meloni, aprendo la XIX legislatura. E’ tempo di fare un primo bilancio.
Cogliamo l’occasione di utilizzare un recentissimo sondaggio, pubblicato il 25 ottobre, che la Ipsos di Nando Pagnoncelli ha realizzato per il Corriere della Sera.
Non tratteremo, pertanto, delle tante cogenti questioni sul tavolo della politica come le elezioni regionali liguri, le turbolenze internazionali, la questione Albania/migranti, il conflitto Governo/Magistratura, la manovra finanziaria, il patto di stabilità europea, il Pnrr, la scarsità generale delle risorse, …, ma di come l’opinione pubblica vede il Governo Meloni a due anni dall’insediamento.
Intanto, ricordiamo che il Governo ha sostituito quello autorevole del prestigioso Mario Draghi che era stato chiamato, in soccorso dello Stato dal preoccupato ma efficiente Presidente Sergio Mattarella. In Italia, si sa, arrivano sempre i tecnici, con armi e bagagli, quando la politica diventa una maionese impazzita. Questa esperienza toccò anche al tecnico Mario Monti e gli valse una inattesa nomina a Senatore a vita. Quando arrivano i tecnici, la politica si calma, ma sono guai per lo scenario socio economico. In verità, non si è mai saputo se Draghi fosse arrivato per salvare una Italia sull’orlo del precipizio o, semplicemente, perché il Conte II non era più gradito in Europa. Fatto sta che, nelle elezioni politiche del 2022, vinse il Centro Destra trainato, a sorpresa, dal 26% di FdI, fino ad allora partito cenerentola d’Italia.
Guardiamo il primo grafico
Ci dice che, in 3 anni (2029-2022), la Meloni ha raggranellato, da uno striminzito 6,4%, un 26%. E’ evidente che la sua scelta di stare all’opposizione, senza timore di rimanere da sola, l’ha premiata oltre ogni più rosea aspettativa. Ha, così, identificato una immagine di coerenza, di solidità etica, di chiara progettualità politica, che piace molto alla opinione pubblica.
Vinte le elezioni, ha beneficiato, di un balzo incrementale di consensi (2023). Questo è il noto fenomeno della “luna di miele”. Nel marketing si chiama “bandwagon effect”, in italiano ”luna di miele”. La sua durata è una forte spia della “relazione amorosa con la opinione pubblica” e, quindi, dello stato di forma di un governo in rapporto al suo futuro. In sostanza, se il bandwagon effect” dura oltre i canonici 100 giorni di rodaggio, significa che il Governo è partito bene e, lo si sa, chi parte bene è a metà dell’opera e la sua aspettativa di vita è confortevole. Il bandwagon è un fenomeno che si verifica sempre, dopo le elezioni, a favore del vincitore. Si può descrivere come “salire sul carro del vincitore” o, meglio, come “sindrome del quaderno nuovo”. Pensate che, nel 2008, Obama (contro McCain), crebbe del 7%. Ma la medaglia d’oro spetta a Silvio Berlusconi (contro Veltroni), che, nel 2008, crebbe di quasi il 20%.
Che ci dice il grafico sul “dopo rodaggio”? La opposizione e i media partigiani, ricordiamo, già subito dopo l’insediamento, davano per morto il Governo. Ma il grafico dice che, dopo il rimbalzo (2023) al 30%, la Meloni ha saputo non sprecare questo incremento di consensi, mantenendolo costante, se pur oscillante in un intervallo 27-31%, intorno ad un consolidato 28%. Oggi, tocca punte del 31%. A distanza di due anni, non si notano ancora accenni di trend di caduta. Il che significa che la politica del Governo è apprezzata, pur nel medio lungo periodo, per la inconsueta coerenza. E’ accesa, dunque, la spia che Il Governo, abbia una lunga aspettativa di vita.
La Meloni è stata segnatamente favorita dall’incredibile errore politica della opposizione. Infatti, questa, forse ispirata da un senso di superiorità intellettuale, pur battuta alle elezioni e quindi bocciata come forza di governo, invece di chiudersi nel silenzio per ricostruire una convincente nuova proposta politica, ha cominciato “immediatamente e da subito” a voler insegnare come si governa- Ha, così, messo in gioco la propria credibiità.
Il perché di questa foga l’ha spiegato Marco Travaglio sul Canale 9, presenti Paolo Del Debbio e Dario Nardella: “l’opposizione è senza contenuti; ha governato senza aver mai vinto le elezioni; se non ha potere, muore”.
Ecco il perché: o potere o morte.
Guardiamo ora il prossimo grafico del gradimento della Meloni e del Governo nel suo insieme. Si dovrebbe ritrovare congruenze e conferme.
Infatti, il bandwagon effect si ripercuote anche sull’indice di gradimento personale.
Ricordiamo che la Meloni e il Governo hanno dovuto risalire la china di una persistente e articolata “narrazione antifascista” che ha tenuto banco da almeno 5 anni ma che si è rivelata molto aggressiva in questi due anni di Governo. La premier, tuttavia, ha saputo tenere banco mostrando una inattesa sensibilità politica: se avesse ceduto alle insistenti e provocatorie pressioni di ricusare un passato fascista che la opposizione pretendeva fosse il reale “peccato originale” (nonostante la Meloni sia nata il 15 gennaio 1977, addirittura oltre trent’anni dopo il fascismo), avrebbe perduto la faccia, il consenso e il gradimento. Ha saputo tenere, invece, un eccezionale e furbo comportamento etico, di forte impatto comunicativo, che le ha fruttato il consolidamento della immagine di leader senza timori, coerente, dalla idee chiare. La campagna “antifascista” si è rivelata un boomerang per una opposizione che sembra il “fantasma di una parvenza di politica”. Come si sono rivelate un boomerang le reiterate accuse di anti europeismo e anti Nato e pro Putin, trasformate in lame spuntate con un atteggiamento europeista, atlantista, antiputiniano, per molti versi, sopra le righe.
Tirando le somme, il grafico mostra che, dopo il rimbalzo incrementale del gradimento (2023), l’opinione pubblica è rimasta in attesa, diffidente ma cautamente speranzosa. Nel 2024 il trend è in crescita, tanto che c’è da attendersi un buon raccolto. La ciliegina è, però, l’evidente uniformità del parallelismo delle due curve (personale e governo tutto) che denuncia, per la Meloni, una caratura da team leader e, per il Governo, una squadra coesa e competitiva, ben orchestrata.
Significativo è anche il tasso di gradimento personale dei Ministri (grafico qui non mostrato) che si attesta in un intervallo dal 38% (Crosetto) al 23% (Santanché) passando per il 36% di Giancarlo Giorgetti, il 33% di Carlo Nordio, il 32% di Giuseppe Valditara e il 25% di Matteo Salvini; quando, primi nell’opposizione, Giuseppe Conte e Elly Schlein si attestano al 29%.
Ciò mostra ancora una volta, la compattezza e la coesione della squadra di governo.
La IPSOS mostra, nel grafico successivo, le dinamiche interne alla coalizione del Centro Destra.
E’ evidente la crescita di FdI rispetto agli alleati Lega e Forza Italia. E’ una crescita lenta ma costante. Ciò significa che la coalizione è, senza dubbi, al traino di Fratelli d’’Italia. Significa, anche, che la proposta politica è farina del sacco della Meloni; ma, anche, che la migrazione interna, per la sua lentezza, non è forzata ma basata sulla libera scelta del migrante. Il che induce gli alleati a considerare che, se non c’è futuro fuori dalla coalizione del Centro Destra (i nuovi arrivi non compenserebbero le perdite), allora vale la pena ben identificarsi ma all’interno della coalizione.
A favore di questa tesi, c’è la consapevolezza, emergente dal grafico, che alla Meloni non conviene fare “l’asso pigliatutto” perché essere soli significa prima o poi, essere isolati.
Il grafico offre anche un ulteriore spunto d’osservazione: la coalizione del Centro Destra mantiene una stabilità globale, poco al di sotto del 50%. Ma, se denuncia un altro tasso di consolidamento, esprime, anche, la difficoltà di acquisire ulteriore consenso. Emerge, dunque, lo scenario bipolare della politica italiana. Ciò è collegato alla dimensione bipolare della politica italiana.
D’altronde, non potrebbe essere diversamente perché, per governare, ci vuole un 51%. E il 49% fa opposizione. Nè sarebbe auspicabile una maggioranza bulgara in confronto ad una minoranza evanescente.
E’ certamente un bene per la Repubblica una quasi equipollenza dei due Poli, perché ciò rende necessario mantenere la competitività della offerta politica.
Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Quando, da parte dei poli politici, c’è disattenzione ai valori, disprezzo dei diritti fondamentali e dialettica disgregatrice delle credibilità, allora si propaga l’astensionismo, svanisce la speranza in un futuro, si diffonde il disagio.
Esplodono criminalità e violenza, corruzione e delitti.
E’ il parto di una politica malata.
Intanto il Governo appare in buona salute. Speriamo che l’opposizione sia degna di una Società civile.
Antonio Vox