I “Lep” dell’art. 117 della Costituzione

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Con la Legge 26 giugno 2024, n. 86, quella che tratta delle Disposizioni per l’attuazione della Autonomia Differenziata delle Regioni a Statuto Ordinario, salgono alla ribalta i LEP, questi sconosciuti, il cui acronimo significa “Livelli Essenziali delle Prestazioni”.

Tutti ne parlano come se fossero sempre esistiti. Tutti ne parlano come se se ne avesse piena consapevolezza.

Ma, in sostanza, cosa sono questi LEP? Che altra diavoleria incomprensibile è stata partorita dalla politica? Quando sono stati pensati?

I LEP nascono con la riforma del Titolo V della Costituzione (la legge costituzionale del 18 ottobre 2001), dedicata ai poteri e alle competenze delle Regioni, Provincie e Comuni, voluta dal governo di centrosinistra di Giuliano Amato.

L’Art. 117 della Costituzione, modificato, recita:

Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: … m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali …”. Una piccola dicitura che, pensiamo, avrà grandi ripercussioni. Si dà per scontato che tutti capiscano cosa siano questi livelli. Tutti? Veramente?

Siccome noi tutti abbiamo un “livello di erudizione” e, soprattutto, un alto livello di esperienza di vita, ci domandiamo come pensava di fare Giuliano Amato, il “dottor Sottile”, a trasformare una forte indicazione costituzionale in  legge operativa? In sostanza, a “misurare” una prestazione e a definirne la “essenzialità”? Chi dovrebbe decidere tutto questo? Qualcuno dietro una scrivania, pagato dallo Stato e che sta lì per aver vinto un concorso pubblico; o qualcuno, magari accademico per non sbagliare, ricco d’erudizione, che ha beneficiato di “vita facile”, di un percorso agevolato di carriera, che ricopre posizioni in enti statali di statistica?

Crediamo che il “dottor Sottile”, questa volta, sia stato troppo “sottile”, addirittura evanescente. Quella dicitura in costituzione è la sofisticazione del “populismo”; accattivante e tranquillizzante; insignificante, irrealizzabile, infattibile e inesistente. In una parola, “ipocrita”. E’ il perfetto esempio della migliore “comunicazione di massa”: tutti la capiscono, nessuno sa cosa sia e nessuno sa come si faccia.

Crediamo che il centrosinistra abbia fatto karakiri perché si è infilato in un “cul de sac”. Infatti, da allora, tutti i governi, in particolare quelli di centrosinistra, si sono guardati bene dal riprendere la questione diventata, così, lettera morta. Comunque, visto che è scritto in Costituzione, facciamo finta che i LEP significhino qualcosa e noi, da persone di buona volontà, cerchiamo di darne una definizione “turandoci il naso”. Siccome per la Costituzione, tutti i cittadini sono “uguali”, senza discriminazioni, distinzioni e luogo, ecco cosa potrebbero essere questi LEP:

“I LEP definiscono i livelli minimi delle prestazioni che devono essere garantite ai cittadini a livello nazionale, senza distinzioni territoriali, in ogni ambito (ad esempio, in quello sociale, assistenziale, formativo e lavorativo). Essi derivano direttamente dagli ineludibili e fondamentali diritti civili e sociali di cui gode ogni cittadino in aree tematiche quali, ad esempio, salute, istruzione e formazione, assistenza sociale, mobilità e trasporto”.

E, siccome gli ambiti e le tematiche sono numerose, ecco che di LEP ce ne sono parecchi.

Sappiamo, per certo, che il LEP sono determinati, in via esclusiva dallo Stato e, quindi, garantiti operativamente dalle Istituzioni e dagli Enti, in relazione alla distribuzione dei ruoli nella organizzazione pubblica.

La legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Bilancio di previsione 2023 e triennale 2023-2025) istituisce la “La Cabina di Regia” che… determina i LEP, sulla base delle  ipotesi  tecniche  formulate  dalla Commissione Tecnica per i  Fabbisogni Standard, istituita nel 2016 presso il MEF (Ministero delle Finanze)”.

Questa Cabina di Regia ha un lavoraccio da fare perché è di tutta evidenza la difficoltà teorico/pratica di produrre una equilibrata regolamentazione, qualitativa e quantitativa, per i LEP, sia per le diversità strutturali territoriali dello scenario socio economico italiano, soprattutto fra SUD e NORD; sia per la accelerata dinamica sociale che cambia frequentemente i valori di eventuali parametri di riferimento; sia per la dipendenza funzionale dalla contestualizzazione temporale in riferimento alla evoluzione dei diritti civili e sociali; sia per la ovvia stretta correlazione all’equilibrio di bilancio e ai fattori strategici di crescita economica e di sviluppo sociale.

Infatti, la qualificazione dei LEP, la loro misura e la loro dimensione finanziaria non sono stati mai stabiliti se non in rarissime e chiarissime eccezioni.

Per fare un esempio, i LEP di domani sono diversi dai LEP di oggi; i LEP di oggi sono ben diversi dai LEP che fossero stato fissati nell’Ottocento; i LEP a “tasche piene” sono diversi dai LEP a “tasche vuote”.   Allora, ci domandiamo: A che gioco stiamo giocando?

C’è un governo di centrosinistra che si inventa, nel 2001, i LEP da qualificare, misurare, finanziare. Poi, se ne dimentica per oltre 20 anni.

C’è, sul fronte opposto, un governo di centrodestra che cavalca i LEP, inventati dalla sinistra, riportandoli in vita nel 2022, con la Legge di Bilancio 2023 e nel 2024, con la Legge sulla Autonomia.

C’è una opposizione di centrosinistra che, dopo aver sostenuto (con l’esperienza dell’era pandemica) che il TITOLO V non funziona, si oppone ad una sua revisione proprio riferendosi alla difficoltà di garantire i LEP, uguali per tutti, su tutto il territorio nazionale, una volta che siano stati qualificati, misurati, finanziati.

Non si è accorta, la nostra classe dirigente, che i LEP sono diventati la ineludibile àncora di ogni iniziativa legislativa?

Non si è accorta, la nostra classe politica, che si è precostituita un binario che impedirà ogni cervellotica divagazione e spese a gogò, magari a beneficio di qualche casta o di qualche settore? Infatti, prima vengono i LEP, perché sono legati ai diritti fondamentali, costituzionali, civili e sociali, del cittadino; poi tutto il resto.

 Vuoi vedere che i LEP, benché evanescenti, potrebbero rappresentare un argine allo strapotere della burocrazia, in ogni settore, probabilmente anche in quello giudiziario? Vien quasi da sorridere: tanto va la gatta al lardo … si sono dati la zappa sui piedi. Un sistema cosiffatto, in crisi di democrazia, con un astensionismo del 50%, privo di un qualunque disegno politico, affidato agli influencer, generatore di disagio sociale, non poteva non incorrere in qualche sbaglio.

Non è improbabile che si cominci una nuova era di contestazioni legali che originano proprio dai LEP e da cui sono potenziate.

Se da un lato, c’è la difficoltà di qualificare, misurare e finanziare i LEP; se si andrà incontro ad un evidente appesantimento di attività di amministrazione, di rilevazioni statistiche, di osservazione dei territori; dall’altro, ora, riconosciuto un diritto, uguale per tutti e su tutto il territorio nazionale, ne deriva inesorabilmente un sistema di LEP.

Che sia la rivincita di un popolo mortificato nelle sue libertà e nelle sue dignità? Non resta che vigilare che il livello della prestazione, determinato dallo Stato, non sia appiattito verso il basso in maniera artificiale; ed il gioco è fatto.

Antonio Vox

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