Ultimamente incorro sempre più in personaggi, articoli o commenti sui social dove si affermano, al di là di ogni dubbio, una serie di postulati, o dogmi se volete, che non ammettono discussione. Qualche esempio?
“Il progresso non può tornare indietro” (F.B.); “La destra non può dominare la cultura… la cultura non è dotata di retromarcia” (un lettore della Verità).
Spesso, se non ormai sempre, il concetto di cultura è abbinato a una percezione di progresso, di apertura mentale e che non può guardare indietro. E chi l’ha detto? Da quando in qua il progresso non guarda indietro? Come potremmo immaginare una evoluzione se non partendo dal passato?
Ma lasciamo stare questioni filosofiche; parliamo di cultura e progresso.
Cultura: “… il patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio…”.
In senso antropologico: “Il complesso delle manifestazioni della vita materiale di un popolo o di un gruppo etnico in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo o ai diversi periodi storici o condizioni ambientali”. (da Oxford languages)
Progresso: “L’acquisizione da parte dell’umanità di forme di vita migliori e più complesse… in quanto associate all’ampliamento del sapere, delle libertà politiche e civili, del benessere economico e delle conoscenze tecniche”.
“Avanzamento o trasformazione graduale contrassegnati da un sempre maggiore aumento di capacità e potenzialità” (da Oxford languages)
Capisco che per molti questo possa risultare un esercizio mentale tedioso ma lo ritengo importante al fine di smantellare quell’altrettanto tediosa supponenza arrogante dietro la quale si nasconde un pozzo d’ignoranza e faziosità.
Già etichettare una scelta politica come più o meno propedeutica ad acquisire informazioni e cultura, la dice lunga sulle capacità cognitive di chi la promuova e del suo concetto di democrazia/discriminazione: Se sei di sinistra ti evolvi e sei progressista, se sei di destra rimani un ignorante conservatore; complimenti! Mi ricorda la definizione antropologica che i vari Scanzi promuovevano, in tempi recenti, dei sì vax e no vax.
Ora parliamo delle definizioni.
Abbiamo visto che la cultura si acquisisce con esperienze e durante un processo evolutivo; quindi il passato non c’entra? E’ fondamentale direi! Il progresso è una trasformazione graduale per migliorare la società civile e il benessere sociale, tra cui libertà politiche e civili.
Facendo una fotografia della situazione odierna non mi sembra che chi si ostini a dettare agende senza metterne in dubbio l’applicazione acritica o, nello specifico, una trasformazione green che impone auto elettriche caricate con centrali a carbone e con batterie la cui produzione implica la distruzione di centinaia di tonnellate cad/una, si possa considerare progresso (tralasciamo lo sfruttamento minorile nelle miniere delle terre rare necessarie alla costruzione).
Ma anche imporre tecnologie farraginose e complicate (spid, cassetto sanitario, risponditori automatici, bidoni della spazzatura “intelligenti”, etc…) ben sapendo che più di metà della popolazione non è in grado di utilizzarla, anche se può sembrare moderno, non è progresso. Perché? Perché non soddisfa “alla forma di vita migliore” per la maggioranza della popolazione e non sarà così se prima non aiuti a “ampliare il sapere” e ad aumentare “le conoscenze tecniche”, magari cambiando la mentalità dei programmatori dei ced e delle app istituzionali (che attualmente devono avere dei problemi di socio patia) il cui compiti è creare servizi informatici al servizio dell’utente e non viceversa.
E’ il solito giochetto della mistificazione dei significati delle parole e impostare una percezione distorta sui concetti in maniera di fare i propri comodi con l’applauso delle vittime dell’inganno.
Green non è = a progresso
Cultura non è = a progresso e tanto meno a moderno.
Tutto questo si riconduce a concetti che non rientrano nella sfera percettiva, area in cui sguazzano certi personaggi consapevoli di colpire la pancia (sempre molto sensibile) del popolino anziché la mente (manipolata volutamente a tal scopo).
Proviamo a stimolare i “cervelloni” dell’intellighenzia con concetti di “costi/benefici”, oppure “bilancio energetico”, o meglio ancora “swot” (Strengths-punti di forza, Weakness-punti di debolezza, Opportunities-opportunità, Threats-minacce) e vediamo come replicano alle baggianate green o transumanesimo digitale o peggio.
Questi signori strafottenti devono cacciarsi nella zucca che la cultura viene dal passato e non la puoi annullare o stravolgere con un’agenda imposta nel giro di un decennio. Concetti come la famiglia tradizionale o amore, fede e patria, pur potendo apparire retoriche, obsolete se non addirittura ipocrite in certi casi, sono il frutto di una evoluzione di un popolo o gruppo etnico e imporre atti osceni in pubblico in un gay pride non è modernità e progresso: è volgarità che viola la legge.
Pensare che l’auto, solo perché è elettrica, è sinonimo di progresso, è da imbecilli, finché l’energia elettrica sarà prodotta al 70% con carburanti fossili, finché la produzione delle sue batterie avrà un bilancio energetico mostruosamente negativo e finché un’analisi swot mostrerà più minacce che vantaggi.
Lo stesso dicasi per chi impone limiti di velocità idioti che mostrano la mancanza totale di onestà intellettuale sui costi/benefici e di sostenibilità o di mettere un tram elettrico disboscando il verde cittadino e massacrando la viabilità senza compensarlo sia dal punto di vista logistico sia da quello ambientale (inquinamento).
A questi signori faccio un invito che porterà sicuramente cultura e progresso per tutti:
Smettetela di prenderci in giro. (Non abbiamo tutti l’anello al naso)
Massimo Gardelli