Nell’opinione pubblica, di fronte al disastro percepito del cattivo funzionamento dello Stato, a tutti i livelli, e alle continue notizie di scandali che coinvolgono la classe dirigente del Paese, si è incardinata la sensazione, se non certezza, che si siano perduti i valori etico morali.
L’astensionismo è un plateale effetto di questa sensazione che si traduce nel detto, sempre più diffuso “quelli lì, sono tutti uguali” che fa un minestrone inappellabile di tutto l scenario, senza distinguo.
Per l’importanza data a questi valori etico morali, risulta difficile rendersi conto del perché non siano declinati in maniera trasparente e intellegibile. Infatti, ci si rifugia in lemmi, che, purtroppo, stanno perdendo il significato originario (per il semplice motivo che il linguaggio si modifica nell’evoluzione storica) ma, nel contempo crediamo, erroneamente, che tutti assegnino alle parole lo stesso significato che diamo noi, dando per scontato che tutti interpretino nello stesso modo.
Ad esempio, “valori cristiani”, “valori sociali”, “valori liberali” etc.. Chi pronuncia frasi come queste dovrebbe conoscerne il profondo significato, visto che le pronuncia e le usa, ma, certamente, non riuscirà a conoscere quale significato ne dia l’interlocutore.
“So quello che dico, ma non so cosa l’interlocutore abbia capito”.
Il glossario è una questione fondamentale per l’interazione umana: è un grave problema non essere d’accordo sul significato delle parole.
Molti incomprensioni e conflitti nascono da questa discrasia. Tornando a noi, capiamoci sul significato del valore etico morale, che spesso usiamo con disinvoltura facendo un po’ di confusione far Etica e Morale come se fossero sostantivi intercambiabili.
Certo, non si vuole qui fare una lezione di filosofia o lessico. Ci basta fare un minimo di chiarezza.
Allora, prendiamo il solito Treccani e leggiamo:
Morale: Concernente il presupposto spirituale del comportamento dell’uomo.
Etica: Dottrina o indagine speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo.
Entrambi riferiti ai due concetti antitetici del “bene” e del “male”.
Ecco che la questione si va schiarendo.
Morale è quel complesso di principi, assiomi, presupposti cui si riferisce ciascun individuo nel suo proprio vivere. La Morale è parte integrante della Identità della Persona.
Etica si riferisce al comportamento dell’individuo nella sua quotidianità: essa trova la sua coerenza nell’applicazione pratica dei principi, assiomi, presupposti della Morale. Mentre la Morale è il nostro schema identitario, stabile e tendenzialmente immutabile, di solito cristallizzato, l’Etica è l’applicazione del nostro schema ai comportamenti contingenti.
Possiamo ora fare qualche passo in avanti azzardando alcune considerazioni.
Quante Morali ci sono? Saremmo tentati di dire tante quante sono le Persone. Ma è indubbio che i processi sociali e civili tendono ad uniformare le Morali, almeno nei punti focali.
Questi costituiscono la Morale (Identità) di una Comunità, che trova spazio nella definizione della Costituzione di un popolo, e non va confusa con la Morale della Persona
Ma ciò non significa che, ad esempio, due cattolici, pur essendo entrambi cattolici, abbiano compiutamente la stessa Morale e, quindi, il loro comportamento sarebbe identico.
La Morale è anch’essa, come l’Identità, un sistema complesso.
Facciamo un esempio sulla differenza delle Morali: quella di un cannibale è differente dalla nostra. Dunque, appare ovvio che, per un cannibale, l’Etica di divorare un suo simile è congruente con la sua Morale; non lo è certamente con la nostra.
Possiamo conoscere la Morale di una Persona? Certamente no! Come non potremmo conoscere, appieno, la sua Identità. Noi possiamo osservare solo la sua Etica e, da questa, risalire, alla sua Morale.
Possiamo noi essere giudici di qualcuno? Assolutamente no.
Per due motivi. Il primo è che l’osservazione dei comportamenti, proprio perché è una osservazione, va verificata con ulteriori osservazioni perché emerga la eventuale patologica recidiva; il secondo è che, quando osserviamo l’Etica di qualcuno, noi non siamo equilibrati perché siamo schiavi della nostra Morale che ha pari dignità della Morale dell’altro.
Se la coerenza fra Etica e Morale è un dato di fatto, l’importanza di ben osservare – con pensiero critico e prescindendo da simpatia/antipatia o da amicizia/inimicizia o da fiducia/sfiducia – i comportamenti dell’interlocutore ci può garantire di non essere colti del tutto di sorpresa di fronte ad azioni inattese.
Questo perché è sempre preferibile cercare la coerenza in una persona al di là delle sue capacità, attitudini, cultura, visione strategica.
Questo articolo, speriamo, sia stato un contributo per una migliore interazione con il prossimo, soprattutto quando si sia chiamati a scegliere chi ci debba rappresentare. Non è vero che “quelli là, sono tutti uguali”.
Si ha bisogno di ridurre l’astensionismo, che sarebbe più opportuno definire assenteismo e indifferenza. E intanto, cominciamo a chiedere di declinare i contenuti di una Morale di Paese.
AntonioVox