Oggi ho partecipato alla manifestazione a Pesaro contro la costruzione del bio laboratorio di categoria Bls3 dove, per candida ammissione dell’amministrazione comunale, verranno manipolati virus in modo da renderli micidiali, in poche parole, costruzioni di armi batteriologiche.
Tutto ciò dovrebbe avvenire in un terreno comunale di circa 12.000 mq di valore di circa 700.000 € ma ceduto, per gentile concessione, a 500.000 a una società di ricerca farmaceutica e biologica, senza gara d’appalto, in un quartiere densamente popolato della città.
Oggi, 1 Maggio 2023, migliaia di persone (8-10.000) sono venute da tutta Italia, persino dalla Sicilia, non solo a manifestare, ma a dare supporto e adesione ai cittadini pesaresi, contribuendo alla raccolta delle firme per l’ istituzione di un referendum popolare contro i bio laboratori di questo tipo e, soprattutto, nei centri abitati. Su quest’ultimo punto sottolineerei l’assurda incoscienza e inopportunità d’installare laboratori ad alto rischio in zone densamente popolate, fattore comune alla maggioranza di questi centri di ricerca sparsi nel Mondo. Perchè? Che senso ha aumentare rischi di epidemia negando l’istituzione di vaste aree deserte con eventuali ulteriori primetri di contenimento e sicurezza? Non è bastato Whuam? Sembrerebbe di no, anzi, contestualmente allo smantellamento dei bio laboratori ucraini posti ai confini con i territori russi, la cui maggior parte in bunker sotterranei e non in in centri abitati, ora ce li portano in Italia in città: Pesaro, Trieste, Siena, L’Aquila e altri oltre a Sigonella già presente nella base Nato siciliana.
Sembra che improvvisamente i sindaci e le giunte comunali delle città ospitanti queste bombe biologiche non si rendano conto dei pericoli potenziali a cui sottopongono, senza nemmeno chiederlo i loro concittadini che li hanno eletti delegandoli a gestire al meglio il benessere della comunità, ma accettano, senza porsi domande, l’ extra giurisdinzione nazionale del territorio occupato dal laboratorio e lo scudo penale per chi lavora in esso.
Il tanto decantato RISCHIO ZERO a cui, in modo martellante, ci hanno instillato a pretendere durante il Covid 19, ora non sembra essere così importante.
Non conta che la maggioranza della giunta a guida Pd di Matteo Ricci rappresenti una inversione racappricciante della sinistra italiana, una volta custode delle minoranze deboli e nemica delle prevaricazioni e delle speculazioni, perchè il problema è totalmente trasversale. Sulla totalità della votazione della delibera alla vendita del terreno, l’unanimità piddina è stata accompagnata da una allegra brigata della opposizione (compreso un pentastellato) sfiorando l’unanimità del voto che non si è avuta grazie a una astensione e a un SOLO dinniego di una coraggiosa esponente della Lega.
A Trieste si è avuto lo stesso risultato con un sindaco di centro destra a dimostrazione che il colore politico non c’entra. Ma allora ci chiediamo se siano tutti incoscienti o ci sia dell’altro. E’ da escludere a priori ogni affermazione che tenda a rassicurare sull’assenza di qualsiasi pericolo; solo un personaggio come il dott. Burioni o Bassetti, rispettivamente virlogo e specialista delle malattie infettive, molto instabili sulle linee valutative di rischio (ne abbiamo avuto ampia dimostrazione durante la recente pandemia) può avere la faccia di bronzo di negare la pericolosità dopo i fatti di Whuam. Quindi quale può essere la risposta? la lascio alla vostra intuizione o fantasia.
Lascio alla vostra fantasia anche la spiegazione della corsa affannosa per la creazione di questi centri in tutto il mondo per manipolare virus micidiali che in natura non potrebbero mai generarsi. Non credo che la favoletta di cercare di anticipare la perfidia della natura preparando vaccini preventivi possa essere ancora raccontata; chi crede ancora a cosa del genere o è un psico labile o è affetto da una grave disfunzione cognitiva.
Ma ormai, dopo questi assurdi tre anni, ci si dovrebbe aspettare di tutto, non stupirsi più di nulla…beh, sarò un inguaribile ingenuo ma oggi sono rimasto stupito: a Pesaro non ho visto un giovane nella manifestazione. La maggioranza aveva i capelli bianchi, la fascia presente era al 90% dai 50 ai 75 anni! Qualche quarantenne e non più di qualche decina di trentenni avanzati. ZERO GIOVANI! Ma come, tutti a seguire una Greta Thunberg al grido di fermiamo la Co2 e nessuno per fermare questo delinquenziale abominio? Che succede? C’ è un tam tam nascosto che riesce a stimolare l’indignazione giovanile su un eccesso gassoso, che compone naturalmente la nostra atmosfera i cui danni non sono ancora scientificamente e INEQUIVOCABILMENTE provati, mentre non suona su manipolazioni biologiche letali? Chi lo suona questo tam tam?
Mi sono venute in menti le accese discussioni con mio padre, ormai diventato il protagonista principale dei miei articoli visto che lo tiro in ballo sempre più spesso. Questa volta lo menziono per le indicibili liti sulle considerazioni del ’68, epoca che sicuramente ha influito molto sulle persone con i capelli bianchi presenti a Pesaro oggi e oggi, come allora, queste persone hanno dimostrato di avere una coscienza, un ideale, un senso di responsabilità. Si, perchè al di là delle considerazioni che ognuno può avere del’68 e della sua strumentalizzazione, quei ragazzi di 55 anni fa dimostrarono di avere un ideale di società, giusto o sbagliato che fosse, di avere una coscienza civile, una visione del loro futuro (che premonizzavano disastroso se non li avessero ascoltati), insomma, una partecipazione.
La ragazza di 65-70 anni conosciuta oggi in fila per firmare, venuta ieri da sola in auto dalla Versilia per partecipare oggi, a Pesaro alla manifestazione, e che ha dormito nella sua auto perchè non ha trovato un posto letto libero causa la partita di basket Pesaro-Trieste, ha dimostrato di avere quello che i giovani non hanno più.
La democrazia è partecipazione, cantava Giorgio Gaber, ergo, l’ astensionismo è……?
MASSIMO GARDELLI
Sistema Paese – Società Civile & Economia Reale