Il Pragmatismo è “un movimento filosofico sorto negli Usa alla fine dell’Ottocento. La sua tesi fondamentale è che un concetto è valido (e quindi deve essere adottato) non per un astratto criterio di verità, ma se si dimostra utile per la vita dell’individuo e della società”. (Da Dizionario Italiano Simone Edizioni).
Utilità: “Funzionalità, proficuità in vista di determinati fini”, oppure “soddisfazione procurata a un soggetto da un bene o servizio che egli ritiene adatto all’appagamento di un suo bisogno presente o futuro”.
I concetti di utilità per “l’individuo e/o società” e “appagamento di un bisogno” sono sicuramente positivi se interpretati in senso assoluto, planetario, ovvero per molti se non per tutti quando possibile. Diverso è se i concetti si restringono all’individuo in senso egoistico o in senso elitario, ovvero, società quale? Cosa intendiamo per società? Mondo, Continente, Nazione, Comune, famiglia, o addirittura, il singolo individuo?
Ecco che il concetto pragmatico dell’utilità può prendere diversi significati etici o/e addirittura morali.
Sicuramente queste definizioni pongono dubbi sulla validità della filosofia del pragmatismo in senso collettivo, planetario o addirittura per l’evoluzione dell’umanità anziché per pochi (in senso relativo).
La storia ha insegnato ripetutamente che invenzioni o filosofie nate con la prospettiva di essere utili all’umanità sono state poi strumento di morte o disperazione per popoli e generazioni intere; anche le religioni hanno spesso mostrato questo lato oscuro.
Gli Anglosassoni, più specificatamente gli americani, hanno spesso utilizzato questo approccio; gl’inglesi prima per creare un impero a rivalsa di secoli d’invasioni della terra britannica, gli abitanti del Nuovo Mondo poi, mediando una popolazione multietnica a maggioranza inglese che non ha avuto scrupolo di estinguere le popolazioni autoctone perché lo ritenne utile (per se).
Il filosofo statunitense C.S. Peirce coniò per la prima volta il termine “pragmatism”, che include in sè, come abbiamo visto, il concetto di utilità, sostenendo che il pensiero tende a produrre “credenze” e poi regole d’azione. Questa constatazione, che è facile condividere in quanto tale, crea dubbi sulla validità di una filosofia che può diventare pericolosa quando si trasforma in un modus operandi e quindi scarrocciare verso il concetto Machiavellico ” la conquista e la conservazione del potere [politico], giustificherebbe l’uso, ogniqualvolta sia necessario, della crudeltà e della dissimulazione, della forza e dell’astuzia”, ovvero la regola mai scritta dall’ umanista italiano “il fine giustifica i mezzi”.
Ecco che appare in tutta chiarezza il percorso di un approccio utilitaristico di una società che diventa prevaricatrice fino al parassitismo. Eh sì, purtroppo quando un metodo funziona diventa sempre meno importante capire se altri pagano i costi dei tuoi benefici ottenuti. Da qui la continua escalation di sempre più frequenti guerre per “esportare democrazia” (credenza) e distruggere culture secolari o millenarie per impiantarne una più efficiente (per chi?). A rigore di storia altri hanno fatto anche di peggio e contro la stessa propria etnia e Nazione. Mao Tse Tung con rigore cercò di distruggere la cultura millenaria cinese, a cominciare dalle vestigia architettoniche che ne dimostravano la grandezza e solo per mancanza di tempo non riuscì con la Muraglia e la Città Proibita, i Talebani anche. L’intento era ed è lo stesso, distruggere per poi impiantare un nuovo sistema. Che sia comunista, nazista, imperialista o religioso, il concetto non cambia: il fine giustifica i mezzi.
Oggi stiamo vivendo, a livello planetario, il risultato di questa deriva a-culturale che ha portato all’appiattimento liberista conseguente alla scoperta che questa “regola d’azione” è molto più facile e spregiudicatamente più efficace che cercare mediazioni, compromessi, integrazioni e benesseri comuni.
Ma tutte le medaglie hanno il suo rovescio. Non è un caso che molti economisti, geopolitici o esperti militari, addirittura appartenenti alle nazioni di parte in causa, stiano criticando questa politica che sta mostrando sempre più effetti boomerang verso chi l’ha lanciato.
L’ennesimo tentativo, secondo l’opinione di molti analisti internazionali, da parte degli USA di creare una bolla economica stavolta è fallito e ora lo Stato si ritrova costretto a nazionalizzare il debito privato portando il dollaro a minimi storici e l’inflazione a livelli mai visti. Per sopravvivere (a livello economico) gli americani sono sempre più costretti a partecipare, o a fomentare, guerre; ultimamente per procura visto che l’elettorato americano non gradisce più di perdere decine di migliaia di giovani vite in cambio della egemonia a stelle e strisce e quindi preferisce farle perdere ad altri.
In tutto questo folle delirio, rimane incomprensibile (o forse no) come la culla della civiltà, L’Europa, non solo è partecipe ma ne è vittima lei stessa. Non credo che qualcuno oggi possa accettare ancora ridicole spiegazioni di difesa di democrazia o di valori cristiani, specialmente dopo essere stati complici o passivi spettatori come la tragedia Curda, lo Yemen, l’intrusione nella Primavera araba del Nord Africa, la distruzione e poi l’abbandono dell’Afghanistan e dell’Iraq, la Siria e lo sterminio di migliaia inermi cittadini nel Donbass.
Anche in tempi di cosiddetta pace si sono perpetrate nefandezze e tragedie indicibili anche vicino a casa nostra con buona pace di coloro che adesso si strappano i capelli contro la violazione della democrazia o di uno Stato sovrano. Bisogna mettere pace anche con il proprio cervello visto che lo Stato sovrano diventa un’accezione positiva se ti passa il confine un carro armato, negativa invece se cerchi di difendere la tua Nazione da speculazioni economiche o intromissioni politiche.
Ora proporrei un cambio di “credenza” e “regola d’azione” che si può declinare in “un rispetto dei principi universali” che molte religioni ne arrogano la proprietà. Da buon “pragmatico”(?) non m’interessa di chi se ne vuole appropriare il merito, tanto la storia è sempre testimone; m’interessa che tutti ne rispettino l’adozione e che a nessun nazista, comunista o neo liberista sia permesso più di mistificarli o strumentalizzarli. La Libertà dell’individuo, la Dignità e il rispetto dell’individualità sono concetti imprescindibili per la convivenza e coesistenza civile e va da sé che per rimettere in carreggiata questa umanità sbandata ci vorrà coraggio (e non di pochi) e determinazione oltre al ripristino e rispetto delle leggi e regole che ogni popolo si è dato.
E’ chiaro che ci sarà sempre un costo troppo alto per il beneficio di pochi fino a che a quest’ultimi sarà data la possibilità di gestire poteri incontrastabili e senza controllo. Le masse, la gente, i popoli devono prendere coscienza di tutto questo o presto vedremo la fine di questa civiltà.
Massimo Gardelli