I rapporti fra Italia e Francia non sono idilliaci. Non è certo una novità. Ma il cambio di governo in Italia ha posto sul tavolo molte questioni che erano sotto il tappeto.
L’incontro Macron-Meloni, subito dopo l’insediamento del governo di Centrodestra, sembrava avesse posto uno stato di non belligeranza. Ma, subito dopo, la questione immigranti ha fatto deflagrare il primo caso.
La disponibilità della Francia di accogliere la Ocean Viking si è rivelata un pericoloso boomerang per Macron. Sulle prime, si è ventilato un isolamento europeo del nostro Paese per l’ondata di critiche istintive e l’irritazione di Bruxelles. Ma, poi, la morbida reazione di Spagna e Germania, e il sostegno della Grecia e di Cipro, lentamente, hanno rimesso l’Italia in pista.
Le dichiarazioni del vicepresidente greco della Commissione Ue, Margaritis Schinas, hanno dato il via, finalmente, al tavolo europeo sulla immigrazione.
Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Ue con delega alla promozione dello stile di vita europeo e alla migrazione ha sostenuto come fosse necessario un patto europeo sul tema: “Finché non avremo questo grande accordo, saremo costretti a operare come pompieri”. A lui, si è associata la commissaria agli Affari interni, la svedese Ylva Johansson, che ha puntato il dito sulla “necessità di una soluzione europea all’asilo e alla migrazione, inclusa l’attività di ricerca e salvataggio in mare”.
La famosa telefonata di “riparazione” fra Mattarella e Macron ha avuto l’effetto di abbassare, momentaneamente, la tensione: ma i problemi rimangono.
Meloni non sembra aver avuto torto nel definire “aggressiva” la reazione francese, ma questa è dovuta al “cul de sac” in cui si è trovato il presidente francese. Infatti, in politica interna, il fronte “dx” di Marine Le Pen e dei simpatizzanti gollisti (contro la immigrazione clandestina) e il fronte “sx” di Jean-Luc Mélenchon (favorevoli a una più concreta solidarietà verso gli immigrati) lo hanno messo in un angolo tanto che Macron ha dovuto cambiare il porto di attracco della Ocean Viking, da Marsiglia a Tolone, e a respingerne oltre 140 migranti.
Ma queto non è l’unico problema per il presidente francese. Egli, conscio della sua attuale debolezza, non reputa convenente lasciare spazio alla Meloni sia per non concedere ossigeno a Marina Le Pen; sia perché il presidente italiano gli appare come un temibile competitor, in scala europea, avendo avuto il “coraggio” di chiedere e ottenere incontri bilaterali con i potenti della Terra, Cina e USA in testa, a Bali dove, inoltre, si è “permessa” di intervenire nel dibattito mondiale, con proprie relazioni, per ben due volte.
Tutto ciò potrebbe essere sufficiente per giustificare una tensione spropositata far due paesi fondatori della Unione Europea? Crediamo che ci sia dell’altro, oltre le questioni di carattere umanitario, solidale e giuridico.
Cosa se non questioni di potere? E cioè di strategia finanziaria, di espansione del dominio, di influenza politica? Non è nota, forse, la tendenza colonialista della “grandeur francese” e del suo desiderio di fare shopping, soprattutto in Italia?
E, allora, scartabellando qua e là, abbiamo osservato almeno due dossier che potrebbero spiegare molte cose, fra cui l’atteggiamento morbido della Germania nei confronti italiani.
Il primo dossier riguarda la vendita dell’ex Alitalia, oggi ITA-Airways.
Giorgetti ha deciso di riaprire i negoziati con Lufthansa, alla quale si aggiungerebbe un partner italiano come le FS, per la cessione del controllo di Ita-Airways e di bloccare, in contemporanea, la trattativa, per lungo tempo esclusiva, con Certares, fondo americano, in cordata con Air France-Klm.
Una accoppiata di mobilità intermodale (aereo-treno) potrebbe aprire molti nuovi orizzonti di business europeo.
Il secondo dossier potrebbe interessare la TIM. Sempre più insistente è l’ipotesi di una OPA sulla primaria compagnia telefonica in Italia che, ridimensionando il controllo della francese Vivendi, garantirebbe la italianità della Tim, della rete fissa e della Telecom Sparkle.
Cosa è la Telecom Sparkle?
È una eccellente e innovativa azienda ICT (Information Communication Technology) capace di offrire soluzioni, connettività globale, servizi, capacità trasmissiva a largo raggio e alta flessibilità d’offerta al mutare dei bisogni.
Basti guardare la immagine, qui accanto, per avere un colpo d’occhio delle potenzialità delle sue performances complesse, qui, da spiegare.
Giorgia Meloni, insediandosi, aveva annunciato, con fermezza, che le telecomunicazioni e le reti fisse devono essere italiane, anche per ragioni di sicurezza.
La competizione Italia-Francia è solo agli inizi. I due Paesi hanno una unica alternativa: competere da alleati. E Macron sembra che, a malincuore, abbia capito che c’è un nuovo player in Europa.
Antonio Vox – Presidente “Sistema Paese” – Economia Reale & Società Civile