Antonio Vox elezioni presidente, presidente della repubblica
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Facebook A inizio del nuovo anno, ci saranno le elezioni del prossimo Presidente della Repubblica. Siamo agli sgoccioli e già sono partite le grandi manovre.
Infatti, queste elezioni appaiono essere, nell’opinione generale, il vero punto di svolta dei futuri equilibri politici per il nostro Paese.
Cominciò, in tempi non sospetti, Matteo Renzi: ricordate?
Egli propose una santa alleanza, del mondo della Sinistra, per convergere su di un nome di garanzia per non cedere alle istanze e agli appetiti della Destra.
Ma quale è il nome che gira insistentemente?
Quello di Mario Draghi.
Sembra, a prima vista, che tutti siano d’accordo. Ma è proprio così?
L’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica porrebbe il problema del Governo.
Ciò significa, infatti, che l’attuale Presidente del Consiglio dovrebbe lasciare la sua attuale poltrona per trasferirsi al Quirinale; e, allora, con la caduta del Governo, si dovrebbe procedere alle elezioni politiche prima della fine naturale della legislatura.
La qual cosa, in verità, è un po’ ostica per molte forze politiche, soprattutto per la Sinistra, che non si sentono ancora pronte per affrontare la prova elettorale. Ci sarebbe la soluzione, non proprio gradita, di un Presidente del Consiglio “a termine”, per condurre il Paese negli ultimi mesi di vita della legislatura: egli, invero, avrebbe il compito precipuo di gestire la fase elettorale.
Ma ciò contrasta con la necessità di una guida credibile e decisa in questo momento in cui il Paese si trova in mezzo al guado.
In alternativa, si potrebbe pensare ad un prolungamento del mandato di Sergio Mattarella, rispolverando l’esperienza Napolitano, per garantire la presenza di Draghi nel suo ruolo esecutivo; ma questa ipotesi sembra cozzare sia contro la volontà dello stesso Mattarella sia contro la semplice considerazione che è impossibile conoscere per quanto tempo sia necessaria questa dilazione, visto che le attuali criticità del Paese non potranno risolversi nel breve arco di qualche anno.
In questo gioco, interviene il segretario della Lega, Matteo Salvini che propone, senza mezzi termini, la candidatura di Silvio Berlusconi, in verità con pochissime probabilità di successo. Questa mossa, tuttavia, appare essere, più che una reale candidatura, una tessera di un processo, sempre più chiacchierato, di un più ampio accordo in vista di un’eventuale Federazione fra Lega e Forza Italia.
Ma, intanto, interviene Giancarlo Giorgetti, apparentemente molto vicino al Presidente del Consiglio, che, in una sua intervista alla Stampa, su posizioni diverse da quelle del suo segretario (aspra dialettica interna alla Lega?), lancia formalmente la candidatura Draghi sgombrando il campo dalla soluzione “prolungamento Matterella” e dalla ipotesi Silvio Berlusconi.
Integrando, tuttavia, il lancio promozionale, Giorgetti induce la convinzione che Draghi, nel ruolo di Presidente della Repubblica, possa garantire che l’esecutivo, sotto la sua supervisione, perseguirà l’itinerario da egli stesso impostato e intrapreso. Il che appare di difficile esecuzione.
Si tratterebbe, infatti, di una sorta di revisione all’italiana dell’esperienza francese di Charles De Gaulle.
Draghi Presidente della Repubblica potrebbe soddisfare un po’ tutti?
Sembrerebbe di sì, almeno a parole.
Ma tutto ciò non è sufficiente a fugare il dubbio che alcune forze politiche, istintivamente ma non tanto, provino sentimenti di insofferenza perché il loro ruolo è chiaramente sminuito nella costrizione dell’allineamento.
La sensazione è che Draghi “soffochi” la classe politica italiana. A nostro avviso, si è aperto un processo, per ora subliminale, di una ristrutturazione della politica italiana, in una sorta di scenario italiano “dittatoriale e democratico” insieme e che porta a collocare Draghi, in Europa, nel ruolo che fu della Merkel.
Ciò prevede Draghi nel ruolo di Presidente del Consiglio “in continuità”; non in quello di Presidente della Commissione EU né in quello di Presidente della Repubblica Italiana.
D’altra parte, Draghi ha tempo per sedersi su quello scranno.
Antonio Vox, Presidente “Sistema Paese” – Economia reale e Società Civile